Garbagnate, fatica e paure degli eroi in camice

Oltre 400 tra medici e infermieri dell’Asst Rhodense si sono rivolti allo sportello di supporto psicologico

Antonio Pignatto e Marco Toscano

Antonio Pignatto e Marco Toscano

Garbagnate Milanese (Milano), 4 luglio 2020 - La fatica fisica della vestizione, la difficoltà della comunicazione tra operatori e con i pazienti, l’anonimato di ruolo e di identità che la tuta determinava "molti scrivevano il proprio nome sulla tuta con il pennarello", l’assenza dei famigliari accanto ai pazienti e quindi la necessità di comunicare con loro attraverso il telefono o le videochiamate. E il numero di morti ingente che determinava sensazioni psichiche di impotenza e sconfitta ma imponeva, cosa ancora più dolorosa, lo straziante onere di restituire ai famigliari gli effetti personali del deceduto senza la possibilità per loro di un breve saluto. Ansia, stress, la paura di diventare una fonte di contagio per i propri famigliari che ha costretto molti di loro all’autoisolamento domestico. E oggi anche la consapevolezza che la tempesta è passata. Sono questi i sentimenti che vivono oggi medici e infermieri dell’Asst Rhodense dopo tre mesi in prima linea nella cura dei pazienti malati di Covid-19.

Ben 400 di loro si sono rivolti allo servizio di supporto psicologico istituto dall’azienda ospedaliera per dare dall’Asst Rhodense. Erogato dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze il progetto è coordinato da Antonio Pignatto e Marco Toscano. "Si tratta di medici e infermieri che hanno risposto in modo eccellente alla richiesta di cura dei pazienti, dove non è arrivato il singolo c’è stato il team e questo li ha resi più coesi, molti di loro che erano in unità operative non Covid sono stati spostati per dare aiuto ai colleghi e hanno dovuto in poco tempo adeguarsi a protocolli assistenziali e clinici che non conoscevano - spiega Pignatto - queste persone quotidianamente hanno vissuto la fatica fisica e stress psicologici importanti, in queste settimane hanno raccontato il loro vissuto. Emergono dettagli che sembrano banali ma in realtà non lo sono".

E’ un vissuto fatto anche di momenti di sconforto, disturbi del sonno, pensieri negativi che l’Asst Rhodense ha cercato di bilanciare con riposi e ferie di compensazione. In tutti resta quello che viene definito lo stato di allerta o meglio il timore che il Covid possa ripresentarsi, ma anche una prudenza molto alta, perchè tutti hanno memoria di quello che è successo. "La direzione è stata molto vicina agli operatori sanitari, ha raccolto foto e realizzato video, ha inviato messaggi di ringraziamento e celebrazione - conclude Pignato - ma anche il territorio è stato molto generoso con donazioni di ogni tipo. Mi piace ricordare una pizzeria che ha offerto spesso la pizza agli operatori sanitari e all’interno del cartone inseriva anche bigliettini con messaggi di ringraziamento".