Delitto di Garbagnate, il marito di Marilena Re spezza il silenzio

Carlo Buzzi a Vito Clericò, killer della moglie: "Basta gettare fango"

Carlo Buzzi, marito di Marilena Re

Carlo Buzzi, marito di Marilena Re

Garbagnate Milanese (Milano), 20 maggio 2019 - Difende i 40 anni di vita insieme, Carlo Buzzi, il marito di Marilena Re, la promoter di 58 anni di Castellanza (Varese) uccisa e decapitata il 30 luglio 2017. Le nuove dichiarazioni di Vito Clericò, il 65enne di Garbagnate Milanese condannato all’ergastolo per l’omicidio della donna aggravato dall’occultamento del cadavere, dalla premeditazione e dalle sevizie, hanno fatto traboccare un vaso già colmo. Buzzi, che finora ha sempre evitato di commentare e comparire, sfoga la sua rabbia: "Nonno hai letto cosa dicono della nonna?’ le parole di mia nipote la scorsa mattina al telefono. Questo fango non è più accettabile, fa davvero troppo male".

Una storia passionale alla base del delitto e non un movente economico, secondo le ultime parole di Clericò che ha impugnato la sentenza di primo grado, contestando la premeditazione 

"La verità? Io e Marilena andavamo d’accordo, eravamo sposati da 40 anni e questo vale più di ogni altra parola. In tanti anni di vita insieme abbiamo vissuto alti e bassi, come tutti, negli ultimi tempi stavamo bene, ma in questa vicenda hanno distorto ogni cosa".

Un esempio?

"Il fatto che alcune volte dormivo a Garbagnate e non a Castellanza: era il periodo in cui era stata operata mia mamma e la assistevo. La storia che Marilena volesse andare a vivere con Clericò è inaccettabile. La questione vera sono solo i soldi che non poteva restituirci e che Marilena, in buona fede, gli aveva dato. Né io, né i miei figli sapevamo di quel prestito. Posso pensare che lo abbia fatto per tutelarmi".

Che tipo di coppia eravate?

"Eravamo una famiglia, agiata, non ci mancava nulla. Per cosa litigavamo? Per il suo lavoro, la vedevo distrutta la sera quando tornava: “Ma chi te lo fa fare! Anche il sabato e la domenica” le dicevo. Ma a lei piaceva, era brava, avrebbe saputo vendere qualsiasi cosa. “Carlo, cosa faccio a casa tutto il giorno?”, mi rispondeva lei. Con la pensione la donna di casa ero diventato io: cucinavo sempre, anche quei pochi fine settimana in cui lei non lavorava, così poteva riposare".

Tante le versioni raccontate da Clericò, le ha contate?

"Più di dieci? Venti? Non c’è dubbio, nelle parole di quell’uomo ci sarà solo il 10% di verità".

Tante bugie?

"Troppe. Io e Clericò non siamo amici, non abbiamo mai fatto la salsa insieme, non siamo mai stati vicini di casa. Quella sera dopo l'l'omicidio, lui e la moglie (Alba De Rosa, ndr) vennero a casa fingendo di cercare Marilena, pensavano di farla franca. Alle menzogne voglio dire “Basta”, per me, i miei nipoti e i miei figli. Mi stanno disonorando».

Se dovesse trovarsi di fronte a Clericò cosa gli direbbe?

"Dopo quello che ha fatto è giunto il tempo di pentirsi, di raccontare la verità".

Di quel giorno, quando Marilena è scomparsa, cosa ricorda?

"L’avevo sentita poco prima, aveva voglia di mangiare le cozze. Se non fossi passato a prenderle quella mattina, se non avessi perso quel quarto d’ora al supermercato lui (Clericò, ndr) non l’avrebbe presa. Se solo lei si fosse confidata come me su quel prestito. Mi sarei arrabbiato, le avrei detto: “Almeno avresti dovuto fare un assegno, non dare i soldi in contanti” e sicuramente non l’avrei lasciata andare da sola a riprenderli".

Come vorrebbe venisse ricordata Marilena?

"Com’era all’ultima festa dei Baciòcch (l’associazione di Garbagnate di cui Buzzi è stato presidente, ndr), avevamo fatto il risotto con l’osso buco. Ecco: lei si metteva a ballare anche se non lo sapeva fare, girava per i tavoli a parlare con tutti".

Ha pensato al perdono?

"Non potrò mai perdonare queste due persone. Clericò e sua moglie ci hanno rovinato la vita. Marilena era la mamma, la moglie, la nonna, quella che risolveva i problemi di tutti. Ho sempre lavorato, avevamo una ditta con nove operai, i soldi non sono mai mancati. Non abbiamo fatto in tempo a goderci nulla".