Bollate, raccontarsi “InGalera”: in tavola le storie dei detenuti

Venerdì una serata speciale nel ristorante all’interno del carcere

Il ristorante "InGalera"

Il ristorante "InGalera"

Bollate (Milano), 20 gennaio 2019 - Il "racconto del carcere" tra i tavoli del ristorante InGalera per ricordare i primi tre anni di attività ma soprattutto per non dimenticare l’obiettivo del progetto: "Avvicinare le persone e far riflettere sulla realtà carceraria, in particolare sui progetti come il nostro che abbassano la recidiva", spiega Silvia Polleri, presidente della cooperativa Abc La Sapienza a tavola. Accadrà venerdì prossimo nel carcere di Bollate, alle porte di Milano, il primo istituto di pena con un ristorante aperto al pubblico. Inaugurato il 25 ottobre 2015, in questi tre anni e ormai qualche mese, ha avuto 40.000 clienti. "È un numero importante - commenta Polleri - all’inizio non mi aspettavo tanto successo e tanto entusiasmo. Avevamo le liste d’attesa di mesi per venire a mangiare da noi. Abbiamo vinto la prima sfida. Adesso però dobbiamo vincere anche la seconda, che è quella di tenere alta l’attenzione sul ristorante e sul progetto di reinserimento sociale. Non siamo un ristorante sulla strada che si vede passando e uno può decidere di entrare, non siamo un ristorante nel centro della città. Chi viene InGalera ci deve conoscere e scegliere di mangiare da noi".

Venerdì sera il menù sarà creato da Davide, executive chef del ristorante, detenuto che ha conseguito questo titolo nell’ottobre 2016, dopo aver ottenuto la facoltà di poter lavorare grazie all’Articolo 21 dell’ordinamento penitenziario che permette ai detenuti o agli internati di poter svolgere attività lavorative all’esterno del carcere. Tra una portata e l’altra i racconti di detenuti che lavorano nella cooperativa, quello di operatori e volontari dell’istituto di pena. Ci sarà anche Pino Cantatore, ex detenuto, fondatore della coop sociale Bee4, che dal 2013 dà ai detenuti una seconda opportunità. "Cibo e cultura carceraria faranno da filo conduttore della serata - aggiunge la presidente della cooperativa - tutto è cominciato nel 2004 con il catering esterno che facevo con alcuni detenuti in misura alternativa. L’obiettivo era ed è quello di mettere alla prova le persone prima del fine pena, in modo che la recidiva potesse ridursi. Oggi sono 14 i detenuti che lavorano nella cooperativa, otto di loro nella cucina del ristorante o tra i tavoli".

In questi tre anni al ristorante InGalera sono arrivati migliaia di clienti e anche volti noti, come l’ex ministro Maurizio Martina, lo chef stellato Carlo Cracco, il giornalista Vittorio Feltri, firme del New York Times, imprenditori, politici e rappresentanti delle istituzioni. Quella di venerdì sarà la prima cena all’insegna di cibo e cultura carceraria. L’appuntamento successivo tra i tavoli del ristorante dietro le sbarre sarà sempre con i piatti dello chef Davide, fiore all’occhiello insieme alla realtà dell’asilo nido aziendale, aperto due anni e mezzo fa, caso unico in Italia, perché frequentato dai figli degli agenti polizia penitenziaria, figli delle detenute e figli delle famiglie del territorio.