Bollate, 44mila euro di rimborsi da restituire

Condannato l'ex presidente di Gaia

Franco De Angeli, ex presidente di Gaia

Franco De Angeli, ex presidente di Gaia

Bollate (Milano), 13 aprile 2018 - Il giudice dà ragione al Comune di Bollate: Franco De Angeli l’ex presidente della controllata pubblica Gaia srl dovrà restituire 44 mila euro. Sono rimborsi chilometrici non dovuti, a cui andranno aggiunte le spese legali per un totale di circa 50mila euro. De Angeli oltre alla propria utilizzava diverse auto per muoversi, fra queste anche due di Cap Holding, di cui era vice presidente, con spese già coperte dal consorzio idrico e che venivano, però, dall’ex presidente chieste a titolo di rimborso a Gaia. «È con una certa soddisfazione che leggo questa ordinanza perché ripaga del lavoro fatto gli uffici che da due anni seguivano la vicenda, di cui si è discusso più volte anche in consiglio comunale», così Giuseppe Mendicino segretario comunale di Bollate ha informato il parlamentino dell’esito della sentenza emessa dal giudice Angelo Mambrini del Tribunale civile di Milano. «Sono state accolte tutte le richieste del Comune».

Alla sentenza di primo grado, l’ex presidente potrà ricorre ma l’ordinanza ha una valenza esecutiva e «dopo una richiesta bonaria si passerà al decreto ingiuntivo«, spiega Mendicino. «È grazie al consigliere Comunale Mondello della Federazione della Sinistra prima e del consigliere Catenacci a lui subentrato che a Gaia saranno restituiti quasi 50.000 euro di rimborsi chilometrici ricevuti dall’ex presidente De Angeli dal 2012 al 2016», la chiosa di Fds che nel 2013 scoperchiava il vaso.

«Cinquantamila euro di rimborsi esentasse elargiti dalla società Gaia affinché l’ex presidente potesse raggiungere dalla sua abitazione l’ufficio dell’azienda - Fds spinge il dito nella piaga -. Ci chiediamo come sia stato possibile che nessuno nella società e nella struttura di comando della stessa e di controllo del Comune abbia mai messo in discussione i rimborsi che, come dice il giudice, non poteva autoliquidarsi il De Angeli perché ‘in evidente conflitto di interessi’?». L’importo, scrive il giudice, è stato «indebitamente chiesto e ottenuto» e un tale comportamento del De Angeli «costituisce una violazione dei doveri inerenti alla carica di amministratore», segnatamente del dovere di conservare l’integrità del patrimonio sociale, patrimonio che è stato «illecitamente depauperato».