Bollate, muore la mamma del boss: banda al corteo non autorizzato

Era la mamma del capobastone della 'ndrangheta locale

L'Operazione Infinito

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Bollate (Milano), 9 maggio 2018 - Ai funerali della mamma il boss non c’era. Ragioni di sicurezza. Ma, per le esequie, la donna ha avuto il corteo funebre con tanto di banda, non autorizzata. La banda dei pensionati di Limbiate, che per un simbolico rimborso di 400 euro ha suonato il Nabucco, alcune marce, “Mamma“ e anche “Bella Ciao”, che molto piaceva al suo defunto marito. E con i vigili che, a tratti, si sono trovati a regolare il traffico. Succede a Bollate, a Nord di Milano, Italia. Venerdì pomeriggio, frazione di Cassina Nuova. È qui che si celebrano i funerali di Marcella Vetrano, 85 anni di Guardavalle, Catanzaro, trapiantata al Nord e madre di Vincenzo Mandalari, che per gli inquirenti dell’operazione Infinito è il capo della cosca della ’ndrangheta a Bollate.

Latitante fino al gennaio 2011, Mandalari viene infine arrestato dai carabinieri di Monza a San Giuliano Milanese. È accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, usura e turbativa di consultazione elettorale. Sarà poi condannato a 12 anni e 8 mesi. Gli annunci funebri per la madre di 85 anni sono affissi in tutta Bollate, dove la famiglia risiede da anni.

«Marcella Vetrano era una donna malata, è morta nel sonno senza dar fastidio a nessuno. Una signora semplice di 85 anni che conoscevo, non c’entrava nulla con tutto il clamore della sua famiglia», dice don Claudio Stramazzo, della parrocchia di San Bernardino, il sacerdote che ha celebrato la funzione. «Ho celebrato i funerali proprio come avrei fatto per qualsiasi altra persona anziana - prosegue il don -. La chiesa non può certo vietare i cortei. Noi li facciamo per quelle famiglie che ne fanno richiesta. Pur essendoci un regolamento comunale di fatto non sono mai state emesse ordinanze».

Nel mezzo del funerale si sono trovati anche i vigili urbani: arrivati per regolare l’uscita da scuola, gli agenti hanno dovuto gestire il traffico per il passaggio del corteo «di cui nessuno sapeva nulla», con i musicisti che suonavano vicino al feretro. Ora il sindaco Francesco Vassallo ha chiesto una relazione scritta al comandante della polizia locale. «Stiamo verificando se e quali norme regolamentari siano state infrante, e da parte di chi (Impresa funebre? Famiglia? Banda?) e quali provvedimenti amministrativi si possano intraprendere», commenta il primo cittadino.

Terminata la messa il corteo ha proseguito il percorso fino al cimitero. All’ingresso però il custode ha fermato la banda: «È vietato, dentro non si può». Fuori dai cancelli i musicisti non hanno mai smesso di suonare fino a che la tumulazione non è finta.

Quello di Vincenzo Mandalari è un nome che pesa. Entra in tutte le vicende di mafia della zona ed è presente al famigerato summit di Paderno Dugnano del 2010 durante il quale i capicosca della ‘ndrangheta del Nord eleggono il nuovo referente per la Lombardia al circolo Arci intitolato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.