Inchiesta ospedale di Alzano, la Procura: "Non ci fu sanificazione"

L'ex dg e l'ex direttore sanitario dell'Asst Bergamo Est indagati per falso, oltre che per epidemia colposa aggravata

L'ospedale di Alzano Lombardo

L'ospedale di Alzano Lombardo

Alzano Lombardo (Bergamo), 23 ottobre 2020 - Francesco Locati e Roberto Cosentina, il primo ex dg e il secondo ex direttore sanitario dell'Asst Bergamo Est avrebbero dichiarato "in atti pubblici" il falso quando, nel caso della riapertura dopo poche ore del Pronto soccorso dell'ospedale di Alzano il 23 febbraio scorso, scrissero che erano state adottate "tutte le misure previste", "circostanza rivelatasi falsa, stante la incompleta sanificazione del Ps e dei reparti del presidio".

Lo scrive la Procura di Bergamo nel decreto con cui ieri la Gdf ha effettuato acquisizioni. Locati e Cosentina, infatti, rispondono anche di falso, oltre che di epidemia colposa. Locati, in più, avrebbe attestato il falso scrivendo anche in una relazione di "tamponi" effettuati a pazienti e operatori già dal 23 febbraio. Inoltre, è "aggravato dalla morte di più persone" il reato di epidemia colposa contestato dalla Procura di Bergamo nel filone sull'ospedale di Alzano Lombardo che vede indagati l'ex dg del Welfare lombardo Luigi Cajazzo, l'allora suo vice Marco Salmoiraghi, la dirigente Aida Andreassi, oltre a  Locati e Cosentina. Nelle indagini, tra l'altro, da quanto si è saputo, è stato sentito come testimone anche Massimo Galli, direttore Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, e gli inquirenti puntano anche a raccogliere le testimonianze di altri virologi

Il comitato 'Noi denunceremo', che ha presentato centinaia di denunce ai pm di Bergamo di parenti di morti per coronavirus prende atto con soddisfazione degli sviluppi dell'inchiesta che ieri ha portato alla "acquisizione della corrispondenza tra dirigenti che intervennero sull'ospedale di Alzano, chiuso e poi riaperto alcune ore dopo la scoperta di due positivi, senza che la struttura fosse sanificata, stando alle indagini"  "Siamo contenti che la Procura abbia preso sul serio la nostra richiesta di verità e giustizia, che è la richiesta di tutti i familiari delle vittime. Abbiamo sempre avuto fiducia nel lavoro della Procura, ora ne abbiamo di più. Chi ha sbagliato, se ha sbagliato, deve pagare", afferma l'avvocato Consuelo Locati che coordina l'attività del comitato.