Energia, la Svizzera pensa alla costruzione di nuove centrali nucleari

La proposta di Valentin Vogt, presidente degli imprenditori elvetici, che si scaglia contro le ipotesi di contingentamento del gas previste dal Consiglio federale

La centrale nucleare di Beznau, nel nord della Svizzera

La centrale nucleare di Beznau, nel nord della Svizzera

La Svizzera valuta un ritorno al nucleare. Stanno facendo discutere, nella vicina Confederazione, le parole rilasciate dal presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori (Usi), Valentin Vogt, che in un'intervista rilasciata ai giornali del gruppo CH Media ha detto che un approvvigionamento energetico stabile comprende "tutti i tipi di produzione di energia sostenibile". Compresa quella nucleare, esortando a costruire nuove central"senza indugio".

Parole pronunciate nel giorno in cui il Consiglio federale ha adottato due ordinanze che, in caso di necessità, farebbero scattare una il divieto e limitazione dell’utilizzo di gas e l'altra il suo contingentamento. Una prospettiva che non piace a Vogt: "Se lo Stato contingentasse la quantità di elettricità, il danno sarebbe enorme. Questo deve essere impedito con ogni mezzo", ha affermato, aggiungendo che "se ogni famiglia e ogni azienda può risparmiare il 10-15% di elettricità, non occorre prendere misure più drastiche". Alla luce di quanto innescato dal conflitto fra Russia e Ucraina, secondo il presidente dell'Usi bisognerebbe quindi ricorrere al nucleare, per mettere al riparo il Paese da possibili crisi energetiche.

Ad oggi in Svizzera sono attive tre centrali nucleari (tutte nel nord del Paese, vicino al confine con la Germania), per un totale di quattro reattori, l'ultima delle quali entrata in esercizio nel 1984. La 'Strategia energetica 2050', approvata nel 2017 da un referendum popolare, prevede tuttavia la dimissione di tali centrali alla fine del normale ciclo di vita (previsto fra il 2029 e il 2034) e il divieto di costruirne di nuove. La presa di posizione degli imprenditori, dettata dal radicale cambiamento del contesto internazionale, va dunque in direzione contraria rispetto alla politica energetica adottata dalla Confederazione.