Scontro sulla riforma giudiziaria: Corte Ue multa la Polonia di un milione al giorno

Varsavia si era rifiutata di applicare le misure sospensive richieste dalla Commissione europea. La sansazione giornaliera scatta a partire da oggi stesso

Il primo ministro della Polonia, Mateusz Morawiecki

Il primo ministro della Polonia, Mateusz Morawiecki

La Corte di giustizia dell'Unione europea, con un'ordinanza della sua vicepresidente emessa oggi a Lussemburgo, ha imposto alla Polonia di pagare una multa giornaliera di un milione di euro, a partire da oggi stesso e fino a quando non sospenderà le nuove norme nazionali sulla Sezione disciplinare della sua Corte Suprema.

La Commissione aveva richiesto le misure sospensive in attesa della sentenza relativa a un ricorso che aveva inoltrato il primo aprile 2021 alla Corte di giustizia, contro una serie di disposizioni della legge di riforma del sistema giudiziario polacco, entrata in vigore il 14 febbraio 2020. L'Esecutivo comunitario considerava queste disposizioni (compresi i poteri della Sezione disciplinare nei confronti dei giudici nazionali) non conformi allo stato di diritto, e in particolare all'indipendenza del potere giudiziario. La Corte Ue, su richiesta della Commissione, aveva emesso un'ordinanza il 14 luglio scorso chiedendo alla Polonia di sospendere l'applicazione delle norme sotto accusa. Di fronte alla mancata esecuzione dell'ordinanza, la Commissione ha chiesto il 7 settembre scorso alla Corte di comminare le multe giornaliere alla Polonia. E la Corte europea di Giustizia, dopo aver respinto il 6 ottobre una richiesta da parte della Polonia di annullare l'ordinanza, ha accolto oggi in pieno le richieste della Commissione.

Piotr Muller, portavoce del premier polacco Mateusz Morawiecki, ha commentato la sentenza su Twitter. "L'Ue - scrive - è una comunità di Stati sovrani governati da regole chiare. Mostrano una chiara divisione delle competenze tra Ue e Stati membri. La questione dell'organizzazione della magistratura è di competenza esclusiva degli Stati membri. Il governo polacco - si legge ancora - ha parlato pubblicamente della necessità di introdurre modifiche in questo settore che ne garantissero l'efficace funzionamento. La via delle punizioni e dei ricatti verso il nostro Paese non è quella giusta".