Impiccato in cella John David McAfee, il re degli antivirus per pc. E' giallo

Una vita avventurosa, tra prostituzione, criptovalute, reati fiscali e genio. Era in attesa di estradizione negli Usa. Sul suo account la lettera Q, icona cospirazionista di Qanon

L'ultima immagine di John McAfee in videoconferenza dal carcere

L'ultima immagine di John McAfee in videoconferenza dal carcere

Barcellona - Una vita piena di ombre, tra prostituzione, criptovalute, il cadavere di un vicino di casa, genio informatico e reati fiscali. Con qualche luce, legata soprattutto alla sua invenzione. E una morte altrettanto misteriosa, all'alba dell'ultima fuga, direzione Istanbul, bloccata dalla polizia spagnola all'aeroporto di Barcellona. L'anticamera del carcere.. Il fondatore della società di software di sicurezza informatica McAfee, John McAfee, è stato trovato morto a 75 anni nella sua cella nel carcere di Barcellona Brians 2, situato a Sant Esteve de Sesrovires, secondo fonti della polizia. Lo riporta El Pais. La polizia regionale catalana sta indagando e le prove per ora indicano un suicidio, secondo il Dipartimento di Giustizia. McAfee era in attesa di estradizione negli Stati Uniti dopo essere stato arrestato dalla polizia nazionale spagnola all’aeroporto El Prat di Barcellona per essere accusato di evasione fiscale. McAfee, 75 anni, era detenuto nel modulo 1 del penitenziario Brians 2.

Le guardie carcerarie, che lo hanno trovato impiccato nella sua cella, così come i servizi medici della prigione, gli hanno prestato cure mediche, secondo il Dipartimento di Giustizia, ma non sono state in grado di salvargli la vita.  L’account Instagram di John McAfee, il padre dell’antivirus, posta pochi minuti dopo l’annuncio della sua morte una foto con la lettera Q, in quello che sembra diretto riferimento alla teoria cospirazionista di Qanon. Lo riportano i media americani, ricordando come nel 2019 condivise sui social una sua foto ritoccata che richiamava a Jeffrey Epstein con la scritta: «Non ho mia detto che Jeffrey Epstein è stato ucciso. Ho detto che non ha commesso il suicidio. Potrebbe essere vivo. Potrebbe non essere mai esistito. So solo che non si è suicidato».

Il tribunale spagnolo dell’Audiencia Nacional aveva dato proprio ieri l’ok per l’estradizione negli Stati Uniti: una decisione sulla quale era tuttavia ancora possibile presentare ricorso. La corte ha scartato l’ipotesi, sostenuta dall’accusato, che la giustizia statunitense fosse sulle sue tracce per motivi «politici, di ideologia o simili». La sua è una storia a dir poco particolare, con molte ombre e qualche luce. Caratterizzata anche da episodi di cronaca nera ed episodi al limite della narrativa. Per esempio quello registrato in Belize, nove anni fa

La notte del 21 novembre 2012 il cadavere del cinquantaduenne Gregory Faull viene ritrovato in una pozza di sangue nella sua casa di San Pedro, in Belize, dove si era trasferito dopo il divorzio. A ucciderlo e’ stato un proiettile da 9 mm il cui bossolo viene trovato vicino al corpo. Il suo telefono e il suo computer sono spariti ma non ci sono segni di effrazione. Due giorni prima aveva avuto l’ultima di una serie di liti furibonde con il suo vicino, proprio John McAfee, ingegnere informatico che, nonostante l’eta’ avanzata, trascorreva le sue giornate tra rumorosi party a base di droga e giovanissime prostitute. 

I poliziotti cercano McAfee per interrogarlo ma lui, il creatore dell’omonimo software antivirus, a quel punto è gia’ riuscito a scappare. Un mese dopo lo ritrovano in Guatemala, dove viene arrestato per immigrazione clandestina. Per evitare di essere deportato in Belize finge un attacco cardiaco. Nessun capo d’accusa formale viene presentato contro di lui in relazione alla misteriosa morte di Faull ed e’ ricercato solo come persona informata sui fatti, viene poi chiarito. Ai giornalisti racconta di essere fuggito perche’ temeva che il governo del Belize lo volesse morto. 

Il suo rapporto con le autorita’ dello stato latinoamericano dove si era trasferito nel 2008, dopo aver perso quasi tutto il suo patrimonio a causa della crisi finanziaria, in effetti era sempre stato difficile. Alcuni mesi prima avevano smantellato il laboratorio dove fabbricava antibiotici sostenendo che, in realta’, vi producesse anfetamine. Ad ogni modo, niente di illegale era stato trovato nella struttura. E i contrasti sembravano essere stati archiviati: il sindaco di San Pedro lo aveva pure ringraziato quando l’8 novembre 2012,McAfee aveva regalato alla polizia locale 40 pistole stordenti, manette e manganelli come personale contributo alla lotta al crimine che funestava l’industria turistica del Belize

In Guatemala McAfee trova dunque un avvocato che blocca il suo trasferimento in Belize. L’informatico viene deportato a Miami dove in un ristorante incontra la sua futura moglie, Janice Dyson, un’ex prostituta. La coppia si trasferisce prima a Portland, Oregon, e poi a Lexington, in Tennessee. McAfee sembra finalmente aver trovato la pace dopo una vita travagliata segnata dagli stravizi. Prova a correre senza successo alle primarie del Partito Libertario per candidarsi alla presidenza Usa e torna a uno dei suoi vecchi amori, il mondo delle criptovalute. 

Nel mondo dell’informatica, McAfee era una leggenda. Le richieste di consulenze fioccano. I 23,1 milioni di dollari guadagnati, con consigli ritenuti per giunta fraudolenti, mancano pero’ all’appello del fisco. E il 5 ottobre 2020, incriminato dal dipartimento di Giustizia, McAfee parte per l’ultima fuga, direzione Istanbul, ma viene fermato dalla polizia spagnola all’aeroporto di Barcellona in attesa di essere estradato negli Stati Uniti, dove rischiava fino a cinque anni di detenzione. Ieri il suicidio, che ha messo fine a una vita piena di contraddizioni.