Il telescopio da 12 miliardi colpito da un meteorite, ma continuerà a studiare le galassie

Per costruire il James Webb della Nasa, gioilello tecnologico senza precedenti, ci sono voluti 30 anni di lavoro e mille addetti. Un'ora di osservazione costa 230mila euro

Il telescopio James Webb prima di essere colpito da un meteorite

Il telescopio James Webb prima di essere colpito da un meteorite

Il telescopio spaziale James Webb (Jwst) della Nasa, a meno di 6 mesi dal suo lancio, è stato colpito da un micrometeorite tra il 23 e il 25 maggio scorso, come riportato dalla Agenzia spaziale americana. L'impatto, che ha riguardato uno dei suoi 18 specchi esagonali, è stato maggiore del previsto, ma non avrà gravi conseguenze: il telescopio, infatti, è stato costruito per resistere a questo tipo di eventi e la sua missione proseguirà come previsto, con le prime immagini di alta qualità attese per il 12 luglio.

«Abbiamo sempre saputo che Webb avrebbe dovuto resistere all'ambiente spaziale, che include anche gli attacchi occasionali di micrometeoroidi all'interno del nostro Sistema Solare», afferma Paul Geithner, vicedirettore tecnico del progetto presso il Goddard Space Flight Center della Nasa. «Abbiamo progettato e costruito Webb», prosegue Geithner, «con un margine di prestazione, per garantire che possa svolgere la sua ambiziosa missione scientifica anche dopo molti anni nello spazio».

La progettazione del telescopio spaziale non ha comportato soltanto simulazioni dei possibili problemi che Webb avrebbe incontrato: gli ingegneri hanno condotto veri e propri test di impatto su campioni di specchi. È per questo che il telescopio è dotato di sensori che valutano le posizioni di tutti i segmenti dello specchio e che sono in grado di correggere eventuali distorsioni. Inoltre, anche i tecnici dalla Terra possono inviare comandi a Webb per riposizionare gli specchi.

Il team del Jwst sta ora valutando l'impatto e cercando di sfruttare l'evento per aggiornare i propri dati sull'ambiente che circonda il telescopio. James Webb, infatti, si trova a circa 1,5 chilometri dalla Terra, posizionato esattamente dalla parte opposta rispetto al Sole, in uno dei cosiddetti punti di Lagrange: quei punti nello spazio in cui l'interazione gravitazionale tra Terra e Sole consente a un terzo corpo molto piccolo di mantenere una posizione stabile rispetto ad essi.

Per costruire il telescopio James Webb ci sono voluti circa tre decenni, il lavoro di oltre mille persone e 12 miliardi di dollari. E' un gioiello tecnologico che scruta l'universo con una potenza mai vista finora ed e' il successore di Hubble, lanciato nello spazio nel 1990 e ora avviato alla pensione. "James Webb ha iniziato a osservare l'universo dal maggio 2022 - spiega Andrea Ferrara, professore ordinario di Astronomia e Astrofisica della Classe di Scienze della Scuola Normale - e' uno strumento potentissimo, lungo sei metri e mezzo. Puo' eseguire osservazioni straordinarie grazie all'altissimo livello tecnologico con cui e' stato disegnato e progettato".

Dalla sua postazione nello spazio, James Webb può osservare la vita piu' antica delle galassie e i primi a ricevere i suoi dati saranno i ricercatori della Normale. "Il nostro progetto - racconta Ferrara - e' stato selezionato tra le oltre mille proposte presentate dagli scienziati di tutto il mondo in risposta alla call aperta dalla Nasa in collaborazione con Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia spaziale canadese (CSA). Il progetto del nostro gruppo rientra tra i 286 selezionati: avremo a disposizione 21 ore di osservazioni che useremo per studiare la vita primordiale di tre galassie". Un'ora di osservazione con James Webb costa circa 230 mila euro.