Olimpia Milano, Moraschini: "Chance all’AX, l’ho presa al volo"

Il giocatore: "A Brindisi sono cresciuto ed è stata una vetrina, ora sono nella miglior squadra d’Italia"

Riccardo Moraschini

Riccardo Moraschini

Milano, 15 agsoto 2019 - La sua avventura in azzurro verso il Mondiale in Cina è finita anzitempo, ma l’annata appena conclusa da Riccardo Moraschini è decisamente da ricordare. Votato miglior giocatore italiano del campionato, leader con 12.2 punti di media di una Brindisi tra le più interessanti sorprese del torneo passato, tra poco meno di una settimana inizierà la sua nuova avventura a Milano. Ha rinforzato la pattuglia degli italiani a disposizione di coach Messina con l’obiettivo che, soprattutto in Italia, possa essere un valore aggiunto nella gestione della miriade di partite in programma tra Serie A ed Eurolega.

Che giudizio dà dell’avventura in Nazionale?

«Ovviamente positivo. Sono contento di essere tornato dopo tanti anni, allenarsi duramente con tutta la squadra per un paio di settimane è stato uno stimolo importante e anche un premio per quel che ho dimostrato. Indossare questa maglia è sempre un onore e un piacere».

Quindici mesi fa circa non raggiungeva i playoff dell’A2 con la maglia di Mantova, tra un mese circa farà il suo esordio in Eurolega. Cosa direbbe il Riccardo Moraschini di adesso a quello del maggio 2018?

«Intanto di non arrendersi mai. Ero certo di aver lavorato tanto e bene e volevo avere ancora una possibilità in Serie A. Brindisi mi ha dato una grande occasione per crescere ancora, prendermi responsabilità e farmi vedere. Il tempo è davvero volato, pensare adesso di iniziare a breve la stagione con la miglior squadra d’Italia è un orgoglio».

Dopo un’annata da quasi 30 minuti a partita, adesso ha di fronte un mondo completamente diverso. Cosa si aspetta da questa esperienza?

«Voglio farmi trovare pronto. Lo so che a questo livello si ragiona in modo diverso, le squadre sono profondissime e nessuno gioca 30 minuti. Non giocano così tanto neanche quelli che sono fenomeni. Ho scelto di provarci, avrei potuto rimanere a Brindisi e avere un ruolo di primo piano, ma questa è un’altra di quelle occasioni che passano e non è detto che poi tornino di nuovo. Voglio vincere, l’Olimpia è il posto giusto per farlo».

A Milano ritrova EttoreMessina, quando ha lasciato Bologna nel 2002 lei era un ragazzino di 11 anni. Ora ritrova uno degli idoli di gioventù di fronte come suo coach. Quali sensazioni?

«Ho iniziato a giocare a minibasket con la Virtus a 8 anni, era il 1999. Messina era già un idolo per tutti in città e, devo dire, lo è ancora adesso a così tanto tempo di distanza per tutto quello che ha vinto con i bianconeri. Mi fa sicuramente un certo effetto, quando ero un bambino lo si guardava a distanza quasi fosse un’entità inavvicinabile. Ora ovviamente sono diventato grande ed è diverso, ma sarà certamente emozionante all’inizio». 

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