Milan, Montolivo e la crisi del settimo anno

Il centrocampista non gioca dal 13 maggio del 2018, per l’allenatore è ormai fuori dal progetto tecnico

Riccardo Montolivo

Riccardo Montolivo

Milano, 21 febbraio 2019 - La crisi del settimo anno, quella che riduce anche i migliori matrimoni in polvere, entra dritta nel mondo calcio e separa il Milan da quello che fu il suo capitano. Quel Montolivo che, in questa stagione, ha conosciuto l’onta di un’eterna panchina. Lì dove si è seduto per ben 19 volte senza mai scendere in campo, lui che appare ormai come il vero, unico, irrecuperabile del progetto tecnico di Gattuso. Non che i suoi colleghi di reparto Bertolacci e José Mauri stiano meglio (tutti e tre sono a scadenza di contratto al prossimo 30 giugno, sarà un caso?), ma perlomeno hanno giocato qualche minuto in più. Per Montolivo, invece, zero minuti totali: al pari di Antonio Donnarumma, Plizzari e Strinic. La crisi del settimo anno e l’addio che ormai è solo questione di mesi. Un Montolivo che, quando arrivò l’1 luglio del 2012 a parametro zero dalla Fiorentina, sembrava dovesse diventare il faro di questo Milan.

E che, alla fine, si è rivelato un abile condottiero anche nei momenti di maggiore crisi, quelli delle gestioni Inzaghi, Seedorf e Mihajlovic per intenderci, prima di finire nelle retrovie con l’avvento del Milan cinese, di Fassone, Mirabelli e soprattutto Gattuso. Di certo fa tenerezza vederlo lì, seduto in panchina, con la giacca a vento tirata su costantemente per coprirsi fino al mento e poi spronare sui social i suoi compagni di squadra; lui che, ogni volta che è stato chiamato in causa, ha sempre risposto presente: «Nessuna questione personale, la mia è una scelta tecnica» ha sempre ribadito Gattuso. Qualcosa tra i due però deve essere successo, perché Montolivo è l’unico rimasto costantemente in panchina anche nel periodo di massima emergenza pre natalizio; come quando il 22 dicembre arrivò a San Siro la Fiorentina e il tecnico schierò una mediana atipica con Calabria, José Mauri e Calhanoglu. Lì si capì che per Montolivo era finita l’epopea in rossonero. La sua ultima apparizione con il Diavolo rimane ancora quella del 13 maggio 2018, quell’1-1 interno contro l’Atalanta condito da un’espulsione rimediata al 75’ per un grave fallo di gioco.

Un commiato non da incorniciare, per quella che è stata per sette anni la sua casa. La crisi del settimo anno, appunto; quella che colpisce in pieno viso Montolivo dopo 158 gare di Serie A con 10 gol, 13 di Champions, 6 di Coppa Italia e 5 di Europa League; un amore destinato ad interrompersi il prossimo 30 giugno, ultimo giorno del suo attuale contratto. Impossibile una marcia indietro, anche perché la sua partenza, unita a quelle di Bertolacci e José Mauri, permetterà al Milan di risparmiare dieci milioni di euro annui di stipendio.

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