Milan, Suso alta fedeltà: "Mai all’Inter. Voglio segnare per mio figlio"

Sul derby: loro sono favoriti, ma il Milan diventerà grande

Suso

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Milano, 19 ottobre 2018 - È uno degli uomini del momento in casa Milan, ma tutte le volte che ha segnato all’Inter i rossoneri non sono mai riusciti a vincere il derby: «Allora preferisco non segnare pur di vincere». Va subito al sodo Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre, per tutti Suso.

Suso, è il suo momento migliore in carriera?

«Direi di sì, fisicamente e mentalmente sto bene. Di sicuro il fatto che sono molto felice e ansioso per l’arrivo del mio bambino aiuta. Manca poco ormai… Nasce nella prima metà di novembre, come me (Suso è nato il 19, ndr). Lo chiameremo Alessio ma non per Romagnoli, è un nome italiano che mi piace e che mi ricorda un paese nel quale sto bene». Veniamo al sodo: l’intesa con Higuain migliora sempre più. «È un campione vero, un ragazzo che ti offre molto. Si è inserito bene nel gruppo da subito e aiuta anche i più giovani. Calcisticamente c’è poco da dire».

Un’intesa che cresce anche fuori dal campo?

«Per due mesi siamo stati vicini di casa; facevamo la strada assieme per venire a Milanello. Era assurdo, io quasi dormivo in macchina e lui che continuava a parlare (ride, ndr)… Gonzalo è uno che parla molto, decisamente».

Cosa vuol dire disputare il derby dopo la pausa per le nazionali?

«Personalmente ci arrivo molto contento per quanto fatto con la Spagna. E comunque cambia poco, perché c’è il tempo per preparare la gara, oggi (ieri, ndr) è arrivato anche Kessie, siamo ormai al completo. Ma una gara così importante si prepara da sola, si vede che siamo tutti molto concentrati e motivati. Inconsciamente in testa hai il sentore che è una gara speciale anche per i tifosi e per tutta la società, è una maniera di concentrarti più facile.

Com’è Gattuso in questi giorni?

«Sempre uguale, lui cambia poco; è una persona molto intensa, in campo ti da tutto. Ho avuto tanti allenatori importanti, da Brendan Rodgers a Gasperini e Montella. Gattuso lo vedevo in tv quando ero piccolo; ha vinto tutto quindi me l’aspettavo in un’altra maniera, più riservato, uno che parlava meno. Invece in campo fa il suo lavoro e fuori è una persona con cui puoi parlare di qualsiasi cosa».

Romagnoli ha detto che la squadra per Gattuso morirebbe: condivide il pensiero?

«Certo. E penso che si veda in ogni intervista uscita; nessuno parla male di lui, non puoi farlo perché non ce ne sarebbe motivo».

Una motivazione in più, la presenza di Maldini e Leonardo a Milanello…

«Vedo Maldini, che è la storia del Milan, ogni mattina qui a Milanello. Sta con noi, vede gli allenamenti e ci parla. Queste sono cose che permettono di migliorare alla squadra e a tutti i singoli. E si ha anche l’impressione che ora ci sia più tranquillità attorno alla squadra Quando c’era Berlusconi era spesso presente a Milanello, Galliani era qui praticamente ogni giorno. Quando sono arrivati i cinesi c’era più confusione e più assenza da parte loro; noi calciatori non abbiamo mai avuto problemi, ma adesso con gli americani si sente che c’è una società importante».

La squadra non ha mai risentito della gestione cinese?

«Era una questione di soldi, di temi legali; i giocatori non c’entrano nulla. A me personalmente sembrava dovessero vendermi ogni giorno. E alla fine sono rimasto qui».

Quest’estate però c’è stato l’interessamento dell’Inter, domenica avrebbe potuto giocarlo con una maglia diversa il derby…

«Quest’estate c’era un’offerta concreta da parte dell’Inter eMirabelli lo sapeva; mi ha sorpreso un po’ quando ha detto pubblicamente che non era a conoscenza di nulla. Ma la mia intenzione era di restare qui, perché sono molto contento. Non ho mai pensato di cambiare aria e ho detto di no all’Inter per due anni di seguito».

Ma il Milan per lei è un punto di arrivo o di passaggio?

«Nel mercato non si sa mai cosa può accadere; ribadisco, io qua sono felice, mi piacciono l’allenatore, i compagni di squadra e i tifosi. Ora non penso di andare via. Sicuramente non andrei in un’altra squadra italiana».

L’anno scorso disse che se segnava una doppietta tornava a casa a piedi; cosa vuole promettere questa volta?

«Non prometto nulla, perché festeggerò pensando al bambino che sta per arrivare. Se domenica segnerò, sarà per lui» Da lei ilmondomilanista si attende meraviglie, lo sa? «Ma non sento nessuna pressione, anzi. Sono contento di essere amato così tanto; certo, devi stare ancora più concentrato, ma avere la stima dei compagni e di chi ha giocato tanto a calcio è solo uno stimolo» Alcuni dicono che il Milan giocameglioma l’Inter è più cinica, come si vince dunque questo derby? «L’Inter è favorita; noi in questo tipo di partite dobbiamo stare calmi e se andiamo in vantaggio non avere paura e fretta. Alla fine contano i tre punti, anche se vincere il derby ha sempre il suo fascino». Il giocatore più forte al mondo nel suo ruolo?  «Direi Hazard, ma in tv mi piaceva molto Kakà, saltava gli avversari con facilità e aveva una calma olimpica».

E un ritorno di Ibrahimovic, come lo vedrebbe?

«I giocatori importanti è sempre bello averli nello spogliatoio».

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