"Sto per rinunciare al mio sogno"

MILANO "Sto pensando seriamente di rinunciare a quello che è sempre stato il mio sogno, fin da bambina": Cristina Ceraolo,...

"Sto per rinunciare al mio sogno"

"Sto per rinunciare al mio sogno"

"Sto pensando seriamente di rinunciare a quello che è sempre stato il mio sogno, fin da bambina": Cristina Ceraolo, 37 anni, era riuscita a trasformare quel sogno in realtà nel 2014, con la mamma: avevano gli stessi titoli, hanno aperto un nido a Milano, in zona 2: oggi si occupa di 21 bimbi e tre educatrici.

Cosa la preoccupa di più?

"La gestione del personale: l’anno si è aperto con la ricerca di una sostituzione maternità. Quando sono arrivata a 70 curriculum ho smesso di contarli. Per me è sempre stato importante creare un ambiente familiare ma credo si sia persa la dedizione al lavoro: assenze dall’oggi al domani, persone che mandano il cv e non si presentano appena sanno che è una posizione a tempo determinato, senza pensare che potrebbe trasformarsi in qualcosa di più viste le esigenze che ci sono. E tante persone senza qualifica: la laurea è diventata obbligatoria".

Lo stipendio - in media sui 1.200 euro - frena.

"Vero, ma pensi che ho guadagnato duemila euro in più delle mie dipendenti a fine anno. Vale la pena per tutte queste responsabilità e fatiche?".

E con le emergenze come si fa?

"Cerco di coprire io tutti i turni che mancano, sia di apertura che di chiusura. Ho dovuto cambiare gli orari di ingresso, per tre volte sono stata costretta a chiusure straordinarie perché mi mancavano tutte e tre le educatrici e non trovavo nessuna sostituta in tempo zero. Con famiglie, giustamente, infuriate perché il servizio va garantito e tanti genitori non hanno altri aiuti. Mi creda, sta diventando impossibile. Sono sopravvissuta con il mio nido al Covid perché non avevo l’affitto da pagare. Non mi interessa guadagnare di più, l’importante per me è andare al lavoro col sorriso. Lo sto perdendo". Si.Ba.