Il rischio di un’Europa irrilevante

La fine della Seconda Guerra Mondiale ha segnato l'inizio di un'era di incertezze per l'Europa, con il declino della potenza militare e l'ascesa di quella mercantile. Senza una strategia politica, rischia di declassarsi a mera "espressione geografica" di fronte alle sfide attuali.

Riccardi

La resa del Giappone del ’45 pose termine alla seconda guerra mondiale. Iniziò una nuova era i cui effetti stanno germogliando in una “età delle incertezze”. Gli Usa detentori di potenza militare ed economica si ersero a protettori della Europa devastata. L’alleato URSS rapidamente si trasformò in nemico nella guerra fredda conclusasi con il crollo del Muro. La fine del conflitto cosa ha rappresentato per il Vecchio Continente? Per secoli, attraverso le sue Nazioni, il più importante attore che del mondo ne aveva colonizzato una buona parte. Si creò una nuova Europa ovvero iniziò il suo declino? La potenza militare, gestita oltreoceano, fu sostituita da quella mercantile. Si aprì un mercato comune dominante. Tentativi molti per una Europa politica mai esistita. Anche con istituzioni di governance, di fatto esercitata da Francia e Germania. Quest’ultima pivot di Paesi piccoli ma con voce forte a tutela dei propri interessi. Senza rombo di cannoni, con l’erronea convinzione che il trend economico ascendente non avesse fine, sembrava di essere entrati nel Paese delle meraviglie. In un mondo globalizzato che favoriva commerci e pace, la povertà si sarebbe ridotta. Con gli avvenimenti degli ultimi tempi un brusco risveglio. Pessimismo cupo, tramontato il sentimento della fiducia. Per “l’insicurezza politico-strategica, economico-finanziaria, climatica, sanitaria, sociale e demografica”. Gli Usa hanno commesso il grave errore di voler esportare il proprio modello democratico. La destabilizzazione obamiana del Medioriente, la fuga dall’Afganistan, l’invasione russa in Ucraina. Terrorismo. Quello del 7 ottobre di Hamas applicato con violenza inaudita, cinismo ed astuzia. Israele spinto nella trappola di un conflitto sanguinario e da vittima ad aguzzino. Questo il quadro di sintesi nel quale l’Europa, senza strategia politica, rischia di declassarsi a “espressione geografica”.

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