Trezzo, ponte chiuso ai mezzi pesanti

Vietato ai mezzi che superano le 20 tonnellate e non più 3,5 come chiedeva il Comune

L'attuale traffico sul ponte dopo la chiusura del San Michele

L'attuale traffico sul ponte dopo la chiusura del San Michele

Trezzo sull'Adda (Milano), 10 ottobre 2018 - Ponte di Trezzo vietato ai mezzi che superano le 20 tonnellate e non più 3,5 come chiedeva il Comune. Ma domani, una nuova ispezione dei tecnici sul viadotto potrebbe addirittura portare un inasprimento della misura condivisa dalla Giunta con Città Metropolitana, proprietaria del cavalcavia. Il peso non è la sola limitazione che, salvo scenari di pericolo imminente sinora esclusi, entrerà in vigore lunedì. C’è anche quella sul taglio della velocità massima da 40 chilometri l’ora a 30 per chi percorre la striscia d’asfalto a 80 metri d’altezza che unisce le sponde milanese e bergamasca dell’Adda, un passaggio cruciale per migliaia di pendolari alla ricerca di un’alternativa al ponte di Paderno, dopo lo stop imposto da Rfi al San Michele. Il pacchetto è stato concordato lunedì, al termine del sopralluogo sollecitato dal sindaco Danilo Villa, il secondo in tre giorni.

Subito, invece, verranno sostituiti «i coprigiunti compromessi - sottolinea il borgomastro, deciso a tutelare lavoratori e cavalcavia -. L’intervento sarà immediato, alcuni sono completamente erosi». Nessun rischio concreto di crollo, «ma solo il timore che continuando a sfruttare eccessivamente il collegamento la situazione degeneri fino al punto in cui si rendano necessarie misure drastiche come nel Lecchese», spiega il primo cittadino. Per evitare che succeda anche fra Trezzo e Capriate «si bloccano camion e tir, che non ce ne vogliano, ma hanno a disposizione un’ottima alternativa: l’autostrada. Zero traffico e niente smog per noi». Da quando il San Michele è in stand-by, i pendolari si sono riversati sull’Adda alla ricerca di un nuovo sbocco. «Così i serpentoni d’auto sono aumentati in modo esponenziale. Prima dell’emergenza i mezzi di passaggio in un anno in città erano 7 milioni, ora, stiamo verificando l’incremento. Sono cifre spaventose», ancora Villa. Da qui, la scelta di chiedere «un intervento immediato che salvaguardi gli habitués del ponte e anche i nostri polmoni».

Da lunedì, dovrebbero scomparire le code interminabili di chi fa avanti e indietro dal viadotto, «il casello finisce sulle provinciali, per Monza e per Cassano, i bisonti della strada potranno dirigersi dove vogliono senza attraversare il nostro salotto». Intanto, scattano le verifiche strutturali, al termine delle quali comuni e province tireranno le somme per decidere se rincarare l’ordinanza, o ammorbidirla.