Bomba ecologica alla ex Galbani di Melzo

Tonnellate di rifiuti stipati dai tir a Melzo. Scatta il sequestro delle vecchie porcilaie: "Qui va tutto a fuoco"

All’interno dell’azienda dismessa carta, mobili materiale elettronico

All’interno dell’azienda dismessa carta, mobili materiale elettronico

Melzo (Milano), 4 aprile 2019 - Tonnellate di rifiuti scaricati abusivamente, e chissà da quando, nelle antiche porcilaie della Galbani, sulla provinciale Melegnano-Monza: scattano i sopralluoghi e il sequestro. Sulla composizione del materiale depositato sul vecchio sito industriale, dai vecchi mobili agli inerti, dagli elettrodomestici a materiale elettronico, non vi è ancora certezza.

L’area è nelle mani di un curatore del Tribunale di Milano dopo il fallimento dell’impresa titolare dell’area, lo scorso dicembre. Il ritrovamento fa scalpore, e anche paura. Le vecchie porcilaie spesso e volentieri sono state rifugio notturno di balordi: «Una sigaretta accesa, e lì va tutto a fuoco». Sono ancora nell’aria le parole del Prefetto di Milano Renato Saccone, che solo quindici giorni fa, in un incontro con i sindaci della Martesana proprio a Melzo, sollecitò un’attenzione costante alle aree dismesse: «Rischi elevati d’infiltrazioni malavitose e incendi, come sindaci dovete essere instancabili sentinelle».

Il ritrovamento dei giorni scorsi non arriva, almeno non del tutto, a sorpresa. L’area delle porcilaie, sito decentrato dell’illustre opificio caseario oggi all’abbandono, si affaccia sulla provinciale, ma l’interno non è visibile dalla strada. «Quando, nel gennaio scorso, fummo invitati dalla Prefettura a segnalare le aree a rischio, la inserimmo in cima all’elenco – così il sindaco Antonio Fusè –. Non potevamo sapere cosa vi fosse dentro, e occorre tenere presente che si tratta di un’area privata. Poi sono arrivate segnalazioni». Sui rifiuti. «Ad occhio non paiono materiali pericolosi – aggiunge –. Ma non sta a noi dirlo». Dopo l'apposizione dei sigilli, i rischi e la ricerca di un futuro. «Ora il sito è sequestrato, sarà sorvegliato, spero, da chi di dovere, e come Comune intensificheremo i controlli – ancora il primo cittadino –. È fondamentale che non entri nessuno, al contrario di quanto avvenuto in passato». Sui possibili retroscena, scenari inquietanti e indagini in corso. Pattume e masserizie sono stati conferiti sistematicamente e senz’altro con i tir, senza che evidentemente nessuno li notasse.

Uun tassello in più in una crescente situazione di allarme, in tutto il Nord e in particolare in Lombardia, descritta con preoccupazione dall’antimafia milanese. La pm Alessandra Dolci aveva parlato di un possibile «patto fra la criminalità campana e quella calabrese, per trovare aree vuote e riempirle di rifiuti, approfittando dei costi di smaltimento elevati e del surplus di plastica frutto dell’aumento della raccolta differenziata».