Cassina: Nokia, il prezzo dell’addio

Previsti cento licenziamenti. La sede entro fine anno sarà chiusa e i dipendenti rimasti dovranno trasferirsi a Vimercate

Un presidio dei lavoratori

Un presidio dei lavoratori

Cassina de' Pecchi (Milano), 7 aprile 2016 - Matrimonio Nokia-Alcatel, arrivano i numeri, e sono di nuovo lacrime e sangue: la ristrutturazione che segue di qualche mese l’acquisizione del colosso Alcatel Lucent da parte di Nokia comporterà 219 esuberi. Sono 119 a Vimercate, sede Alcatel, 1.071 i dipendenti attuali; e ben 100 sui 409 addetti superstiti nella sede cassinese di Nokia Solutions Network. Quella stessa sede dove, solo un anno e mezzo fa, si sono operati 110 licenziamenti, ostacolati da sindacati e dipendenti in sei mesi di barricate.

Un incubo che si ripropone: "Dopo la fusione ci si attendeva la revisione degli organici. Ma numeri di questo tipo, no, quelli non ce li aspettavamo". La crociata, l’ennesima, è pronta. I delegati cassinesi parteciperanno domani all’assemblea indetta in Alcatel. Per lunedì assemblea già fissata a Cassina de’ Pecchi. C’è dell’altro. Il piano presentato ieri mattina a Vimercate dalla dirigenza prevede, entro fine anno, lo smantellamento della sede Nokia di Cassina e il trasloco di tutti gli addetti a Vimercate, nel campus-distretto tecnologico Energy park. "Pensavamo, però, di poterci trasferire tutti. O almeno, la maggior parte. È un giorno triste, avvilente". L’acquisizione da parte di Nokia di Alcatel Lucent risale a gennaio, ma solo ieri sono arrivati i dettagli della formalizzazione e le prime cifre. Lo sposalizio porta con sè un piano di riorganizzazione mirato al risparmio di 900 milioni di euro. Riorganizzazione, armonizzazione, ottimizzazione. Tradotto, riduzione del personale e razionalizzazione delle sedi. Più una revisione generale del portafoglio prodotti e dei servizi. I dettagli arriveranno dopo l’avvio delle consultazioni con il Governo e le parti sociali, entro la fine di aprile. Ma il movimento nelle due aziende "fuse" è già frenetico.

A Cassina, un vero e proprio choc. Le ultime manifestazioni contro i 110 licenziamenti di allora furono a fine 2014. Non ci fu nulla da fare. Pochi reintegri su vertenza, quale ricollocamento in autonomia. "Se si guardano bene i numeri - così il delegato sindacale Pino Bergamaschi - la mannaia si abbatte su Cassina. La proporzione è a nostro sfavore: 100 su 409, dirigenti inclusi. Una stangata folle". Ora? "Immediatamente le assemblee". La notizia è arrivata ieri pomeriggio in Comune al sindaco Massimo Mandelli e all’assessore al Lavoro Tommaso Chiarella: "Seguiamo l’evolversi della vicenda ora per ora".