Segrate, canone concordato: nella lussuosa Milano 2 stessi valori di Pioltello

Il paradosso nelle mappe catastali: le suddivisioni in zone e fasce di valori non sono in linea con i prezzi di mercato

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Segrate (Milano), 20 giugno 2019 - Canoni a prezzi concordati per aiutare le famiglie in difficoltà, ma nella mappa dei valori catastali spuntano sorprese. Quartieri prestigiosi e costosi come Milano 2 o San Felice, sulla carta sono equiparati alle zone centrali di Pioltello, senza tenere conto dei reali prezzi di mercato. È il paradosso degli accordi stipulati a tavolino, che livellano le zone, disincentivando i privati ad affittare le case a canone concordato.

L’ultimo accordo sovracomunale sottoscritto l’anno scorso dai sindacati di categoria (inquilini e proprietari di casa) e che sostituisce quello siglato nel Duemila, prevede per Segrate 5 zone e tre fasce di valori: da 45 a un massimo di 107 euro al metro quadrato all’anno. Nelle fasce più alte ci sono il Villaggio Ambrosiano, Milano2 e San Felice.

Stessa oscillazione a Pioltello, dove la zona più economica - come il Satellite, dove ci sono migliaia di appartamenti sotto sequestro e supercondimini indebitati che spesso si ritrovano senza gas - ha lo stesso valore di Novegro. Vimodrone è stato spaccato a metà: due zone e tre fasce di valori, da 45 a 75 euro. Il Comune più economico della zona è Rodano, con due zone e tre fasce da 39 a 63 euro. Stranezze burocratiche che penalizzano anche le 70 famiglie di via Pascoli, a Peschiera: pur al confine con il difficile quartiere milanese di Ponte Lambro, isolata e senza servizi, è finita in una zona che sulla carta ha un valore ben più alto, il che significa rincari sugli affitti.

«Obiettivo del canone concordato è di rispondere all’emergenza abitativa – spiega il sindaco di Segrate, Paolo Micheli –. In città ci sono 5.226 abitazioni diverse dalla principale, ora tocca ai segratesi farsi avanti. Il confronto e la concertazione con le parti sociali hanno portato alla firma di questo accordo che determina prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato». Il traguardo è arginare una tensione abitativa. «Le 245 abitazioni in edilizia popolare di Segrate e quelle in edilizia convenzionata non sono più sufficienti a rispondere alle necessità – continua l’assessore ai Servizi sociali, Barbara Bianco – e il Comune deve far fronte alle emergenze con alloggi in co-housing, case albergo e residence con notevole dispendio di risorse. Manca l’offerta intermedia, per chi esce dall’emergenza ma non può ancora affrontare il mercato privato: il canone concordato serve a colmare la lacuna».