Per realizzarla sono stati setacciati e svuotati i depositi di Palazzo Ducale, che contenevano varie testimonianze trecentesche collegate alla figura di Dante (il poeta visse per sette anni in esilio nella vicina Verona ed è molto
probabile che conoscesse direttamente Mantova, patria del suo vate Virgilio). Accanto a sculture, codici miniati, dipinti e affreschi mantovani, l’evento è arricchito da contributi rari provenienti da raccolte danesi, da Parigi, da Modena, Reggio Emilia e Venezia. L’apertura della mostra è stata un’occasione per confermare l’eccezionale numero di visitatori che in questo ottobre, contraddicendo una tradizione consolidata, stanno affluendo nei luoghi d’arte mantovani.