Sequestrate le reti paramassi dopo il crollo

Atto dovuto: l’ipotesi di reato formulata dai magistrati è frana colposa. Al momento non ci sono indagati

Frana colposa. È l’ipotesi di reato formulata dai magistrati della Procura della Repubblica di Lecco, che hanno sequestrato le reti e le barriere paramassi che non sono riuscite a bloccare l’intero costone di roccia che venerdì scorso si è staccato dal Passo del Lupo ed è crollato sulla sottostante nuova Lecco – Ballabio, travolgendo nipote e zio di 24 e 66 anni, miracolosamente sopravvissuti alla slavina di macigni. Al momento non ci sono indagati, il fascicolo d’inchiesta è a carico di ignoti. "Un atto dovuto", spiegano dal Palagiustizia. Lo smottamento, che risulta sia avvenuto all’improvviso, senza alcun segnale che potesse lasciar intendere una frana imminente, avrebbe del resto potuto investire e uccidere qualcuno. Dalla Procura vogliono quindi capire se invece si sarebbe magari potuto evitare un disastro simile, eventualmente come e soprattutto accertare eventuali responsabilità, se non altro per evitare che in futuro accada di nuovo lo stesso. Al momento l’attenzione è rivolta appunto alle reti paramassi e ai bastioni in cemento armato installati a protezione del raccordo per la Valsassina della Ss 36 e di quanti la percorrono, per stabilire se siano stati progettati, realizzati, ancorati e installati in maniera adeguata. Gli accertamenti legali e il sequestro non dovrebbe in alcun modo interferire con gli interventi di messa in sicurezza e di ripristino in corso. Reti e muri verranno comunque rimossi e nel caso spostati e custoditi altrove, come successo ad esempio con le macerie del ponte di Annone precipitato sulla sottostante Milano – Lecco il 28 ottobre 2016, seppellendo vivo nella sua Audi Claudio Bertino, un istruttore di tennis di Civate, proprio come lo zio e il nipote che sul loro furgoncino sono stati travolti dagli enormi massi all’uscita di una galleria della nuova Lecco – Ballabio, che però a differenza sua, sono invece scampati alla tragedia.