Merate, Mandic: pronto soccorso senza medici. La ricetta? C'è, ma con spese boom

Reclutati camici bianchi da società esterne che costeranno più di 100 euro all’ora. L’invito al personale interno dell’ospedale a fare straordinari rimane lettera morta

Pronto soccorso dell'ospedale Mandic di Merate

Pronto soccorso dell'ospedale Mandic di Merate

Merate (Lecco), 18 dicembre 2022 - Non ci sono più medici strutturati al Pronto soccorso dell’ospedale di Merate. Ne sono rimasti solo due, anzi 1,7, perché uno dei due ha un contratto part-time. Insieme possono coprire solo il 20% dei turni di guardia. Per tamponare l’emorragia di camici bianchi e trasfonderne di nuovi che garantiscano la copertura dell’80% dei turni restanti, per i prossimi due anni a partire da febbraio verranno reclutati altri dottori di società esterne. Costeranno più di 100 euro a ora, 1.215 euro a turno di 12 ore, quasi 2 milioni 300mila euro per i 1.860 turni che dovranno assicurare in 24 mesi, Iva esclusa.

Con una simile cifra si potrebbe pagare lo stipendio annuo lordo di una quindicina di medici d’esperienza assunti a tempo indeterminato, ammesso di riuscire a reclutarli. A differenza dei colleghi dipendenti pubblici di ruolo dell’Asst di Lecco, che comprende anche il San Leopoldo Mandic di Merate, i medici esterni di rinforzo non dovranno necessariamente avere le specializzazioni necessarie che invece solitamente occorrono per lavorare in Pronto soccorso, né rispettare gli orari di riposo minimo. È da maggio che il primario Giovanni Buonocore è tornato a lanciare l’allarme, ma il direttore generale della sanità pubblica lecchese Paolo Favini lo ha segnalato in Regione solo a settembre e ha aspettato il 16 novembre per chiedere "a tutti gli enti del sistema sanitario regionale la disponibilità ad attivare una convenzione per la copertura di turni di pronto soccorso da parte di medici specialisti in medicina d’urgenza".

Nessuno ha risposto all’appello, se non dall’Asst di Lodi per avvisare "che non sarà possibile garantire alcuna copertura di turni predefinita, ma solo consentire eventuali disponibilità individuali". In pratica non ci sono medici da cedere "in prestito". Per questo i manager dell’Asst lecchese hanno optato di chiedere aiuto nuovamente a liberi professionisti "interinali". Intanto, senza successo, si chiede manforte con turni straordinari ai medici e agli infermieri che, oberati, già prestano servizio in Ps.