Merate, il collega interinale non arriva: medico in servizio per 16 ore

Il caso al Pronto soccorso del San Leopoldo Mandic. E non è la prima volta

Pronto soccorso Mandic di Merate

Pronto soccorso Mandic di Merate

Merate (Lecco) - Il medico della cooperativa esterna che costa mille euro a turno non si è presentato per prendere servizio. In attesa di un rimpiazzo, lo ha dovuto sostituire una collega di ruolo, rimasta al lavoro per 16 ore consecutive per continuare ad assistere tutti i pazienti. È successo al Pronto soccorso dell’ospedale San Leopoldo Mandic di Merate, che resta aperto solo perché appaltato quasi interamente ai medici di un vero e proprio service esterno. Senza di loro infatti non ci sarebbe modo di garantire il servizio, perché mancano urgentisti strutturati direttamente dipendenti della sanità pubblica lecchese e i pochi rimasti se ne stanno andando uno a uno.

Capita in molti ospedali, perché la carenza di personale è una “pandemia“ che dilaga in Lombardia come in tutta Italia. Per ogni turno di 12 ore i camici bianchi esterni – alcuni dei quali non hanno nemmeno la specialità che invece è obbligatoria per i medici dipendenti – incassano più di 900 euro lordi, molto più di quanto guadagnino i dottori assunti tra le fila dell’Asst di Lecco cui fa capo pure il San Leopoldo Mandic.

L’altra sera però il medico “interinale“ incaricato di coprire il turno del sabato notte non si è presentato al lavoro, senza avvisare nessuno. Come se un soldato di un esercito di mercenari reclutati e assoldati per dar man forte ai militari regolari non si fosse presentato in prima linea, lasciando sguarnito l’avamposto.

Non è nemmeno la prima volta, anzi gli episodi di assenteismo dei “mercenari“ contestati sono in continuo aumento . La dottoressa di guar dia, che era già all’opera dalle 8 e che alle 20 avrebbe dovuto smontare per tornarsene finalmente a casa dopo un’intera giornata di lavoro, ha così continuato a ricevere, visitare e curare pazienti fin dopo la mezzanotte, in attesa di una soluzione. Alla fine a darle il cambio è arrivato un chirurgo cooptato d’imperio, a sua volta sostituito nel reparto di Chirurgia da un collega reperibile.

"Ecco come hanno ridotto il Pronto soccorso di Merate e la sanità pubblica", denuncia Francesco Scorzelli, ex caposala del Pronto soccorso del nosocomio brianzolo, sindacalista nella Rsu interna e dirigente sindacale di Usb. Nota di colore: il referente dei medici del service è un medico che fino al 2007 ha lavorato al Pronto soccorso di Merate.