di Daniele De Salvo
In tutta Italia nel 2020 sono state emesse 748 interdittive antimafia, 64 in Lombardia, 10 in provincia di Lecco. In provincia di Lecco, che è la terzultima lombarda per numero di abitanti, è stato firmato quindi il 20 per cento di tutte le interdittive della Lombardia, che conta 12 province, e l’1,5% delle interdittive di tutta Italia, che di province ne conta 107, con Lecco al 65esimo posto per popolazione.
Percentuale e sproporzione rispetto a territorio e residenti cresceranno ulteriormente nel 2021, poiché quest’anno sono state già emesse 16 interdittive. Significa certamente che il prefetto precedente Michele Formiglio, come e probabilmente di più l’attuale Castrese De Rosa, con il capo di gabinetto Marcella Nicoletti e tutti gli investigatori del Gia – che è il Gruppo interforze antimafia di cui fanno parte il tenente colonnello Teodoro Saggese dei carabinieri, il vicequestore Alfredo Addato, il tenente colonnello Domenico Peluso della Finanza e il vicequestore della Dia di Milano Marilena Di Paolo – sono particolarmente attenti al fenomeno delle infiltrazioni, specie di stampo ‘ndranghetista, e sanno utilizzare al meglio tutti gli strumenti normativi per prevenirle.
"L’interdittiva antimafia resta uno strumento di prevenzione amministrativa importantissimo, svincolato da rilievi penali, che non viene mai adottato a cuor leggero, frutto di un lavoro di squadra – spiega proprio il prefetto Castrese De Rosa – L’interdittiva intercetta i condizionamenti mafiosi per bloccare i rapporti con la pubblica amministrazione da parte di chi ne viene colpito, o per vietare che ricevano sovvenzioni e contributi pubblici".
I numeri significano però anche che boss e picciotti della ‘ndrangheta continuano a essere presenti sul territorio e nel tessuto economico e imprenditoriale lecchese. "La ‘ndrangheta esiste e c’è in tutto il Centro e Nord Italia, non la vede solo chi non vuole vederla", conferma il colonnello Emilio Fiora, comandante della Guardia di finanza lecchese, che è stato anche comandante di sezione del Gico, che è il Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata e ha prestato servizio a Palermo e come comandante a Crotone, collaborando gomito a gomito con i migliori magistrati antimafia.
A quanto pare tuttavia sono in molti i “ciechi“, perché ai tavoli della politica provinciale e locale non se ne parla mai e nemmeno a quelli delle associazioni imprenditoriali, tanto che l’ultima interdittiva ha colpito la vicepresidente nazionale di Donna Imprese di Confartigianato, Elena Ghezzi.