Claudio Ghezzi morto in Grigna: il rifugio in vetta porterà il suo nome

Il recordman di Missaglia celebrato nella "sua" capanna. Lo scorso 12 giugno è deceduto all’età di 68 anni dopo una caduta sulla cresta Carbonari

Claudio Ghezzi

Claudio Ghezzi

Missaglia (Lecco), 10 settembre 2022 - Una targa nel "suo" rifugio in cima alla "sua" montagna. Accanto al nome dell’alpinista Luigi Brioschi, a cui è dedicato il rifugio in vetta ai 2.410 metri di altezza della Grigna Settentrionale perché nel 1926 donò 500 lire per ristrutturare quella che prima si chiamava la Capanna Grigna Vetta, ci sarà su una targa anche quello di Claudio Ghezzi, l’alpinista di Missaglia che sul Grignone ci era salito oltre 6mila volte e che sul Grignone lo scorso 12 giugno è morto all’età di 68 anni dopo una caduta sulla cresta Carbonari.

La cerimonia è in programma domani mattina alle 11, a tre mesi dalla tragica scomparsa. A decidere di dedicare una targa a "Claudio della Grigna" sono stati i soci e i vertici del Cai di Milano, a cui appartiene il rifugio costruito per la prima volta tra il 1895 e il 1896 che inizialmente si chiamava Rifugio Grigna Vetta, e il capanat Alex Torricini, il gestore del rifugio, che di lui si fidava ciecamente, tanto da dargli le chiavi del rifugio quando lui non c’era.

"Dopo una vita di salite sulle montagne di tutto il mondo, Sud America, Himalaya, Cina, Tibet, Claudio aveva trovato nella Grigna Settentrionale, il Grignone, la "sua" montagna del cuore - lo ricordano –. Una presenza discreta ma costante al rifugio Brioschi. Saliva lassù tutti i giorni, con qualsiasi condizione meteo, fino a raggiungere il record di 6mila salite. Per gli alpinisti ed escursionisti che raggiungevano il rifugio era una certezza rassicurante, anche perché in inverno erano le sue impronte sulla neve a guidare i passi chi si apprestava a salire in vetta. E lassù c’era lui pronto a servire una bevanda a chi la chiedesse, anche a rifugio chiuso, perché lui aveva le chiavi. La sua montagna lo ha definitivamente abbracciato in una tragica domenica di giugno".

Arrivando in cima al Grignone, varcando la porta del rifugio e leggendo il suo nome inciso su una targa, in fondo sarà un poco come ritrovarlo ancora lì, pronto ad accogliere con un sorriso, una battuta e una parola gentile chiunque giunge in vetta e ama almeno la Grigna Settentrionale e il Brioschi come li incommensurabilmente li amava lui.