Pochi minuti decisivi

Due infermieri premiati per aver salvato un giovane colto da malore. Ma tutti dovrebbero saper intervenire: è questione di vita o di morte

La probabilità di restare in vita dopo un arresto cardiaco si riduce del 7-10 per cento ogni minuto che passa, mentre entro tre minuti si dovrebbe somministrare la prima scarica con il defibrillatore per evitare danni cerebrali. Una corsa contro il tempo e con la morte. In Italia in genere il tempo medio di intervento è di 12, anche 15 minuti: abbastanza per lasciare questo mondo. E dunque quello che è successo al 30enne salvato da due infermieri (ora premiati da Regione Lombardia) qualche giorno fa sulla banchina della linea verde è un mezzo miracolo: si è sentito male al posto giusto, al momento giusto e davanti alle persone giuste. E chi non ha la fortuna di avere il cuore che si ferma davanti a due infermieri, che fa? La verità è che tutti, se formati, possono intervenire con le manovre di rianimazione cardiopolmonare e con il defibrillatore. Lo hanno ricordato anche i due protagonisti di questa storia: “Tutti i cittadini dovrebbero riconoscere i sintomi dell'arresto cardiaco e prestare assistenza. Per sapere come fare basta frequentare un corso di primo soccorso. Pochi minuti possono essere decisivi”.