CHOC DA PANDEMIA: IL VERO ANTIDOTO È LA CONOSCENZA

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LA PANDEMIA ha creato uno shock nel mondo del mercato del lavoro, colpendo tutti settori produttivi del Paese, comprese le figure manageriali. Come reagire? La conoscenza dei fenomeni è il pilastro per una decisione efficace, per questo il Cfmt (Centro di formazione management del terziario), in collaborazione con il centro di ricerca Crisp dell’università di Milano-Bicocca ha lavorato a un rapporto che ha analizzato circa 32mila annunci per i manager del terziario pubblicati sul web in Italia. Gli obiettivi della ricerca sono: comprendere la dinamica della domanda di lavoro; comparare la domanda di lavoro per le professionalità dei manager del terziario a livello internazionale; confrontare la domanda di manager del terziario con quella di manager dell’industria manifatturiera; stimare l’impatto delle competenze digitali, professionali e trasversali nelle domande di manager del terziario, per fornire un dettaglio delle competenze principali richieste e la loro rilevanza.

"Comprendere come cambia la domanda di lavoro, quali sono le dinamiche che sottendono questi cambiamenti e quali sono le skills più richieste aiuta i manager a mantenere alta la propria employability – commenta Pietro Luigi Giacomon, presidente di Cfmt – La formazione è lo strumento grazie al quale i manager durante e post pandemia hanno fatto ricorso per acquisire le nuove competenze richieste e allenare quelle in loro possesso per far fronte ai cambiamenti in atto".

Il rapporto rappresenta una finestra aperta sul mondo del mercato del lavoro volta a conoscere qual è il ruolo e l’impatto della pandemia nell’andamento della domanda di manager del terziario; particolare attenzione è posta a stimare la domanda di skill associata alle diverse figure professionali manageriali richieste dalle aziende in termini di skill professionali, digitali e trasversali. L’obiettivo è certamente di cogliere puntualmente le esigenze delle aziende e soprattutto identificare i fattori rilevanti le trasformazioni in atto nel mercato del lavoro. L’analisi presenta, oltre ad uno spaccato nazionale e per macro regione, un confronto tra le competenze maggiormente richieste dalle aziende in Italia rispetto agli altri principali paesi europei in termini di domanda di lavoro e di competenze.

Lo skill rate – indicatore che descrive la rilevanza delle diverse tipologie di skill – evidenzia mediamente valori pari al 48% di rilevanza per le skill professionali, 33% per le skill trasversali e 18% di skill digitali. I dati, pur con alcune diversità, sono in linea per i principali paesi europei osservati. "Crescita e sviluppo – sottolinea Mario Mezzanzanica, direttore del Crisp – saranno sempre più guidati dall’innovazione tecnologica e certamente diventerà sempre più importante rafforzare, per i dirigenti aziendali, la cultura del digitale e l’acquisizione di competenze specifiche legate al digitale. E’ infatti evidente che il digitale è sempre più pervasivo nei diversi processi aziendali, siano essi legati all’innovazione dei prodotti e dei servizi, di gestione dei processi decisionali e operativi e soprattutto dello sviluppo delle relazioni con la clientela attuale e potenziale".

Rafforzare cultura e competenze digitali dei manager è in tal senso un requisito indispensabile per governare e gestire l’innovazione delle aziende, per cogliere le sfide del mercato sempre più in veloce trasformazione. "Mutano i contesti socio economici e parallelamente anche quelli tecnologici – rileva Giorgio Rapari, vice presidente di Cfmt – la richiesta di competenze è in continuo cambiamento, in concomitanza dell’accelerazione dello sviluppo del digitale".

Il rapporto è stato presentato lo scorso 20 maggio in occasione dell’evento online ‘Hiring’, durante il quale c’è stata anche occasione di confrontarsi sia con chi la ricerca l’ha condotta sia con figure di rilievo del mondo HR.