UNO STRUMENTO CHE COPRE DIPENDENTI PUBBLICI, PRIVATI E PENSIONATI

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PRIMA I DIPENDENTI pubblici e i pensionati e poi, molto tempo dopo, anche quelli delle aziende private. Si è allargata così nei decenni scorsi la platea di italiani che possono alla Cessione del Quinto dello stipendio. A regolare tale tipologia di finanziamenti è una legge del 1950, aggiornata poi nel 2005 per estenderne il raggio di azione dagli impiegati pubblici ai lavoratori del settore privato. Chi sceglie di indebitarsi con questa modalità – una quota che è salita dal 43,3% dell’ultimo trimestre del 2020 al 47% dei primi 3 mesi del 2021 – di solito non deve presentare un giustificativo di spesa (per esempio il preventivo dell’automobile acquistata a rate) né deve fornire garanzie aggiuntive, se non il fatto di avere un contratto di lavoro stabile.

Il prestito è infatti già di per sé vantaggioso per la banca o la finanziaria che erogano i soldi, poiché le rate di rimborso sono trattenute dall’azienda (per un importo fino a un quinto dello stipendio) direttamente dalla busta paga del debitore, senza che i soldi transitino dal suo conto corrente. Va detto, tuttavia, che i prestiti sotto forma di Cessione del Quinto sono in genere accompagnati dalla sottoscrizione di una polizza assicurativa, che compre dal rischio di perdita del posto di lavoro da parte del debitore.

Andrea Telara