I CAMPIONI D’ITALIA NELLA NUOVA CORSA ALLO SPAZIO

Migration

VERSO L’INFINITO e oltre. Jeff Bezos, fondatore e Ceo di Amazon, il 20 luglio si lancerà nello spazio a bordo della navicella New Shepherd. La Virgin Galactic di Richard Branson dovrebbe decollare entro l’autunno. SpaceX, invece, è la prossima missione sulla Luna di Elon Musk. Questi viaggi nello Spazio, che a prima vista potrebbero sembrare capricci di multimilionari eccentrici, in realtà sono una nuova frontiera di business. E non solo. Ricordate la competizione tra sovietici e americani per il predominio strategico dello Spazio? Adesso, seppur con minore spettacolarità, e senza Gagarin e Armstrong, la storia si ripete, visto che a marzo scorso Mosca ha firmato un trattato di cooperazione con Pechino per raggiungere sia Marte che la Luna. Gli Stati Uniti hanno addirittura rispolverato il progetto dello scudo spaziale lanciato da Reagan. Tuttavia, la novità è che lo Spazio non è più solo da esplorare, conquistare o presidiare, ma diventa fondamentale per l’economia.

I satelliti, infatti, sono strategici per le telecomunicazioni, come nodi di una rete che replica quella terreste. Fondamentali perché, per esempio, possono aiutare a determinare intensità e grado di fenomeni atmosferici come la grandine, supportando agricoltori e assicuratori a stimare il valore di un terreno, oppure possono monitorare la condizione dell’acqua, aiutando la coltura ittica. Sono inoltre determinanti per la misurazione dei cambiamenti climatici, la meteorologia, l’oceanografia. Ci sono poi settori come il turismo spaziale, ma soprattutto l’industria mineraria, visto che nello spazio ci sono sostanze che sulla Terra scarseggiano o mancano. Non è un caso che entro il 2025 si prevede che verranno saranno issati in orbita altri 7mila satelliti, lo stesso numero registrato nei primi 64 anni di epopea spaziale. La Space economy muove oggi globalmente qualcosa come 500 miliardi di dollari (di cui tre quarti relativi alle comunicazioni satellitari), ma molto potrà crescere nei prossimi anni. Attualmente, circa un quinto degli investimenti ha origine da budget governativi, mentre il resto viene dai privati.

In Italia, giustamente, il governo ha destinato al settore 1,5 miliardi del Recovery Fund, più altri 800 milioni del fondo complementare. Una leva importante per un settore che conta circa 200 imprese e 7.000 addetti. Inoltre, alcune nostre eccellenze partecipano a progetti europei dove alcuni ‘campioni’, che altrimenti sarebbero in concorrenza, si uniscono così da fare sufficiente massa critica per competere a livello globale in un campo, quello stellare, dove le sfide sono assai difficili, per non dire fantascientifiche. Per esempio, l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, ha scelto Telespazio – joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%) – come capofila di un consorzio internazionale che, nel contesto dell’iniziativa Moonlight, ha l’obiettivo di far sbarcare sulla Luna i servizi di comunicazione e posizionamento satellitari che utilizziamo ogni giorno sulla Terra.

Quanto il tema sia caldo lo si evince dalle 80 iniziative pubbliche e private dedicate all’esplorazione lunare programmate nei prossimi 10 anni. È fondamentale esserci. Quella spaziale è una nuova frontiera per le telecomunicazioni, ma anche per l’economia e, in particolar modo, per l’innovazione. Se l’uomo abiterà sulla Luna, per esempio, avrà bisogno di acqua. Poiché sarebbe impossibile usare il ghiaccio depositato al Polo Sud, dove non batte mai il sole, il Politecnico di Milano sta sperimentando un processo di estrazione dell’ossigeno dalla regolite – la sabbia che copre tutta la superficie del satellite – da far reagire con l’idrogeno per creare l’acqua. Curioso, poi, il tema della ‘bonifica’ dello Spazio, che deve essere rispettato come il suolo e i mari. Finora lo abbiamo inquinato e riempito di 130 milioni di detriti che vagano nella fascia più vicina al nostro pianeta, con il rischio di colpire satelliti e altre stazioni spaziali. Adesso la necessità è quella di ripulire e bonificare, un po’ come la transizione ecologica che dobbiamo mettere in piedi qui sulla Terra. D’altra parte, con nuove esplorazioni nello spazio e sulla Luna, si costruiranno insediamenti e infrastrutture, si estrarranno risorse, si produrranno rifiuti. Sembra fantascienza, invece è solo futuro. Prossimo.

twitter @ecisnetto