DOPO LE PESANTISSIME perdite di occupazione causate dalla pandemia, emergono segnali di reattività da parte delle piccole imprese. Elaborazioni dell’Ufficio studi di Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal mostrano che a maggio 2021 le imprese prevedono 389.610 assunzioni, in aumento di 83.960 unità rispetto ad aprile 2021.Un incremento dovuto per il 99,8% alle 83.780 assunzioni previste nelle micro e piccole imprese. A questa tendenza positiva si associa, però, anche un aumento della difficoltà di reperimento del personale: a maggio 2021 le imprese non riescono a trovare il 30,9% della manodopera necessaria, quasi tre punti in più del 28% rilevato a maggio 2019.
Il fabbisogno insoddisfatto di manodopera specializzata e qualificata da parte delle imprese è stato ripetutamente denunciato da Confartigianato. E oggi è ancora più paradossale. Bisogna risolvere il corto circuito di due mondi che non si incontrano: da una parte le aziende pronte ad assumere, dall’altra i giovani disoccupati. In mezzo la scuola e un sistema formativo che non riesce a preparare i ragazzi alle nuove sfide del mercato del lavoro e al grande salto nel futuro dell’economia. Confartigianato sollecita quindi politiche attive del lavoro con una riforma del sistema di orientamento scolastico e professionale che rilanci gli Istituti professionali e gli Istituti tecnici, investa sulle competenze professionali a cominciare dall’uso delle tecnologie digitali e punti sull’apprendistato duale e professionalizzante. In particolare, secondo la Confederazione, l’apprendistato formativo (I e III livello) va incentivato con un contributo fino a 800 euro mensili, a favore del datore di lavoro, a copertura del costo dell’apprendista. Per quanto riguarda l’apprendistato professionalizzante, va sostenuto ripristinando la decontribuzione totale per i primi tre anni di contratto per le imprese artigiane e per quelle fino a 9 dipendenti. Garantendo specifici e stabili incentivi per la copertura dei costi sostenuti dalle imprese per la formazione e l’affiancamento dell’apprendista. Nelle proposte di Confartigianato, la formazione professionale dovrà partire dalle scuole superiori e trovare il suo completamento negli Istituti Tecnici superiori, potenziando le attività didattiche laboratoriali e di alternanza scuola lavoro. Il tutto coinvolgendo le piccole e medie imprese, per consentire loro di sfruttare le potenzialità che gli Istituti offrono per formare i necessari profili professionali.
Claudia Marin