SVENTOLANO LE BANDIERE ELETTRONICHE: LA ROMAGNA SCENDE IN PISTA

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"SIAMO l’unica azienda al mondo in grado di fornire agli autodromi ben tre macro sistemi: illuminazione, telecomunicazioni e bandiere elettroniche. Altri gruppi possono produrre uno o due di questi elementi, nessuno il pacchetto completo". Roberto Grilli (nella foto in alto) è il general manager di Dz Engineering, azienda forlivese del gruppo Dino Zoli all’avanguardia nella progettazione dei sistemi di sicurezza nei circuiti per auto e moto. Dopo il debutto nel 2008 al Gran Premio cittadino in notturna di Marina Bay Street, a Singapore, illuminato dall’azienda ravennate Valerio Maioli, di cui la Dz Engineering ha rilevato un ramo d’azienda – i sistemi legati alla safety si sono sviluppati. "Ora le nostre soluzioni tecnologiche sono omologate per i circuiti di grado 2, cioé tutte le gare internazionali eccetto la Formula 1 – prosegue il manager – ma entro l’anno o i primi mesi del 2022 contiamo di ottenere il via libera anche per il ’Circus’ e nel 2023 completeremo l’opera con la Motogp. Ancora tali dotazioni non sono obbligatorie, ma lo diventeranno presto".

Le bandiere elettroniche sono ormai familiari agli spettatori: si tratta di grandi pannelli che agevolano il lavoro dei commissari di gara e risultano più visibili. "Il nostro brevetto consente agli operatori di agire wireless, il che facilita la loro mobilità. Portano la tastiera a tracolla e possono scrivere i segnali mentre si muovono. Inoltre sono in grado di personalizzarli, perché il software, che è studiato dai nostri tecnici a Forlì, mette a disposizione i programmi con tutte le bandiere, che cambiano a seconda dell’evento. Possono anche riportare brevi messaggi, molto utili ai piloti, come ’incidente alla curva numero 5’".

Nell’unità produttiva di Forlì lavorano 25 persone, che sviluppano la parte ’soft’ dei sistemi e assemblano i pezzi che giungono dai fornitori sparsi per il mondo. Dz Engineering conta anche un’altra sede operativa a Ravenna, oltre a ’branch’ a Singapore e in Arabia Saudita. Il gruppo conta una quarantina di dipendenti – "ma siamo molto flessibili, per alcuni eventi diventiamo anche un centinaio". sottolinea Grilli – e una quarantina in tutto il gruppo, con un fatturato che si attesta sui 7 milioni. L’azienda produce sistemi di illuminazione e fra le sue realizzazioni ci sono quelli della Biblioteca Classense a Ravenna, per la facciata del negozio di Dolce & Gabbana a Hong Kong o le piste da sci sul Monte Bondone. Ma è nel settore delle corse che ha puntato molto negli ultimi anni come dimostra la costruzione dell’impianto di illuminazione per il circuito cittadino di Diriyah, in Arabia Saudita, il primo mai realizzato a led.

"Il cambio di passo sulla sicurezza nel mondo delle corse ci fu dopo la morte di Ayrton Senna, a Imola nel 1994. Per quello che ci riguarda, dal 2008, col primo Gran Premio in notturna a Singapore – prosegue il manager – si è intensificata la collaborazione con la FIA, la Federazione internazionale dell’automobile, per implementare la sicurezza dei tracciati. Ed è evidente che le bandiere elettroniche costituiscano un valore aggiunto per la sicurezza. Noi sviluppiamo anche centrali operative e telecamere a circuito chiuso e in futuro possiamo immaginare che un solo operatore possa controllare l’intero circuito". Le bandiere sono d’ausilio ai commissari di gara, i cosiddetti Marshall, ma l’opera dei volontari "non scomparirà mai – precisa Grilli – , in particolar modo il loro lavoro è fondamentale durante l’evento. Ma i circuiti sono impegnati oltre duecento giorni all’anno, fra test days, track days, utilizzi amatoriali e così via. E in questi casi, che rappresentano il grosso dell’attività, le bandiere possono sostituire in gran parte la presenza del personale sul tracciato di gara".

Il futuro dunque pare che farà soffiare il vento in poppa alla Dz Engineering. Le nuove tecnologie sono già state installate all’autodromo di Vallelunga (il primo in assoluto), a Singapore e in alcuni circuiti thailandesi, "ma nei prossimi due anni, secondo le linee guida della FIA, oltre trecento circuiti in tutto il mondo dovranno adeguarsi. Un notevole bacino di mercato, considerando che gli investimenti – conclude Grilli – possono andare da qualche centinaio di migliaio di euro solo per le bandiere elettroniche ad alcuni milioni, nel caso dell’intero sistema integrato".