Cipe, i miliardi di fine legislatura: sì alla superstrada per Malpensa

Soldi a cultura e cantieri. C’è anche la bretella ferma da 20 anni

Vigevano-Malpensa, il corteo per la superstrada (Studiosally)

Vigevano-Malpensa, il corteo per la superstrada (Studiosally)

Milano, 1 marzo 2018 - Per l'ultima riunione del Cipe hanno voluto esserci un po’ tutti i ministri a Palazzo Chigi, a cominciare dal premier Paolo Gentiloni. E, questa volta, il Comitato per la programmazione economica, la ‘cassa’, per così dire, di tutti gli interventi strategici del governo, non ha tradito le attese. Dalla cultura al turismo, dalle imprese ai trasporti, un pacchetto di interventi che vale 6,7 miliardi di euro. Di cui, 4,3 miliardi, attinti direttamente al Fondo per lo sviluppo e la coesione. «Progetti di grande rilievo – spiega il ministro Claudio De Vincenti – decisivi per la crescita del Paese». E fra le scelte «decisive» c’è anche il nuovo capitolo del romanzo della Vigevano-Malpensa ha vissuto una giornata a suo modo storica. Ieri mattina è stato compiuto il passo finale, aprendo le porte ai cantieri della superstrada che chiuderà il collegamento tra Malpensa e la Lomellina. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica, infatti, ha posto l’ultima firma sul progetto stralcio di Anas per il completamento di una grande opera della quale si discute fin dagli anni ’80.

Costerà 220 milioni di euro e sarà lunga circa 18 chilometri, toccando i comuni di Ozzero, Abbiategrasso, Albairate, Cassinetta di Lugagnano, Robecco sul Naviglio, Magenta e Boffalora. Il via libera del Cipe è arrivato, quasi a sorpresa, a pochi giorni dalle elezioni, quando ormai tutti i Comuni si aspettavano che sarebbe slittato dopo il 4 marzo. Alla riunione di Roma erano presenti schieramenti bipartisan: dal premier Paolo Gentiloni, al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Con loro anche Regione Lombardia, rappresentata dall’assessore Massimo Garavaglia e dal presidente Roberto Maroni. Il progetto esecutivo sarà presentato tra qualche mese, allora si capirà quali tra le migliorie indicate dai sindaci siano state recepite da Anas. Poi l’appalto in due lotti. Il primo, nella tratta tra Vigevano e Albairate, già entro la fine del 2018; mentre il secondo, tra Albairate e Magenta, nei primi mesi del 2019. La superstrada dovrebbe essere terminata in tre anni. Il progetto stralcio di Anas ha lo stesso tracciato di quello presentato nel 2009, con qualche mitigazione ambientale frutto dell’infinito lavoro di cesellatura durato dieci anni. Nei prossimi mesi, comunque, sono attesi i ricorsi dal parte del fronte del «no», composto da un paio di comuni, Città Metropolitana, il Parco Ticino e il Parco Sud Milano. Si dovrà anche capire il parere dell’Ue, visto che nel dicembre dell’anno scorso la presidente della commissione europea Petizioni, Cecilia Wilkström, aveva minacciato l’Italia di un nuovo deferimento alla Corte di Giustizia se fosse stato realizzato un piano obsoleto. 

Fra i progetti più importanti, il via libera all’hub portuale di Ravenna (235 milioni), al nodo ferrostradale di Casalecchio di Reno (156 milioni). La parte del leone spetta comunque al completamento della statale 106 Jonica, l’eterna incompiuta, iniziata negli anni Venti e mai finita: 1,5 miliardi di euro. A cui si aggiungono i 460 milioni destinata a un’altra delle strade più pericolose d’Italia, la Telesina, fra Caianello e Benevento. Infine, nessun passo indietro da parte del governo sulla Tav: disco verde al contratto di programma 2015-2019 fra Italia e Francia per la linea Torino-Lione. Più di 850 milioni per finanziare gli investimenti industriali, attraverso il Contratto di sviluppo e un fondo ad hoc di 200 per vincere il dumping fiscale dei Paesi dell’Est e convincere le multinazionali a restare in Italia. Per la cultura, 740 milioni per 59 interventi. Risorse, infine, anche per lo sport: circa 250 milioni di fondi europei destinati anche alle periferie da spendere entro il 2020.