Pillola anti Covid dal medico di famiglia: via alle prescrizioni di Paxlovid

L'Aifa ha chiarito che si partirà tra pochi giorni visto che ora il numero di dosi a disposizione è sufficiente

Il Paxlovid di Pfizer

Il Paxlovid di Pfizer

Ma quante sono davvero le pillole anti-Covid disponibili in Italia per i medici di famiglia? Sulla fornitura e la distribuzione di Paxlovid, il farmaco prodotto da Pfizer e atteso con grande speranza in tutto il mondo, è in corso da tempo una polemica. Questione di tempi e numeri, nel senso che non tutte le dosi annunciate sono già a disposizione della filiera sanitaria. A fare il punto della situazione è Nicola Magrini, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), l'ente preposto ad autorizzare l'utilizzo di vaccini e farmaci nel nostro Paese, l'omologo nazionale dell'europea Ema. "I quantitativi di cui si parla sono proiettati nei 12 mesi successivi - ha detto Magrini durante una conferenza stampa sulla prosecuzione della campagna vaccinale -  quindi potremmo parlare di Paxlovid disponibile in 50mila dosi al mese a partire da un paio di mesi".

"Si era atteso a prendere questa decisione non per lungaggini burocratiche - ha precisato - bensì per familiarizzare con l'uso" di questi prodotti, "ma soprattutto per gestire il poco farmaco disponibile. Non era ipotizzabile aprire 2 mesi fa, date le limitate quantità" allora a disposizione. Ecco perché "questa apertura verrà fatta in questi giorni per Paxlovid principalmente, per vedere come andrà - ha continuato l'esperto - e si sottolinea l'importanza per i medici di famiglia, e per questo ci si attiverà, anche di una formazione e un'informazione adeguata, in modo da conoscere molto bene il soggetto a rischio a cui dare questo farmaco in termini di terapie croniche concomitanti" con cui il medicinale potrebbe interferire.

"Credo che aprire alla prescrizione da parte dei medici di medicina generale vada vista come una decisione importante e saggia, da prendere ora che di farmaco disponibile ce n'è - ha ribadito Magrini - In termini di giacenze ve ne sono oltre 100mila e altri ne arriveranno. I medici di famiglia in Italia sono 40mila e sono 16mila le farmacie, dunque questa distribuzione capillare va garantita da un quantitativo adeguato che settimane fa non era ipotizzabile". 

Paxlovid "va visto come uno strumento aggiuntivo" ed è su questo antivirale che "si è fatto l'investimento maggiore. Per quanto riguarda invece l'altro antivirale che era stato reso disponibile un mese prima, il molnupiravir - ha puntualizzato il Dg - è stato acquisito in quantitativi limitati. Ha meno interazioni, ma è molto meno efficace e pertanto va ritenuto una chiara seconda scelta. Investimenti vanno fatti per usare al meglio i farmaci più efficaci disponibili per la loro capacità preventiva". 

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