Omicron 2 e Xe: come prepararsi alle nuove varianti del Covid-19

La pandemia in Italia non è finita: ecco sette consigli per minimizzare i rischi, regolarsi coi tamponi e gestire i sintomi

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Illustrazione di Arnaldo Liguori

L’Italia, dopo più di due anni dalla comparsa del virus Sars-Cov-2, che causa la malattia denominata Covid-19, è tutt’altro che fuori dalla pandemia. Nell’ultimo mese si sono registrati, in media, quasi 500 mila nuovi contagi settimanali e oltre 4.500 morti. Ed ora destano sempre più preoccupazioni il dominio della variante BA.2 (detta Omicron 2) e l’emergere delle cosiddette varianti “puzzle” (come Xe), cioè ricombinazioni di varianti comuni. Queste mutazioni rendono il virus più contagioso, benché non sembrino provocare sintomi più gravi o avere una maggiore resistenza ai vaccini.

L’orizzonte del futuro è incerto. Più un virus si replica, maggiore è la possibilità che sorgano mutazioni problematiche. Le varianti ricombinate come la Xe – che combina Omicron e la sua sotto-variante BA.2 – sono piuttosto comuni e spesso spuntano e scompaiono da sole. Tuttavia, la diffusione di virus mutati può essere tremendamente rapida: Omicron 2 è diventata dominante in Europa in meno di un mese. Con l’abbassamento delle restrizioni generali è fondamentale ridurre il rischio di contagio e sapere cosa fare in caso di positività e sintomi. Ecco alcuni consigli.

 

Monitora i contagi e il tasso di positività

È importante conoscere l’andamento del contagio, soprattutto nella città dove studia o lavora. Oltre che dai bollettini diffusi quotidianamente dalla Protezione civile e diffusi dalla stampa, si possono controllare i dati e la situazione nelle varie regioni e provincie a questa pagina. L’Istituto superiore di sanità, invece, pubblica qui ogni settimana un bollettino completo con i dati dei ricoveri, degli indici di rischio nelle varie zone d’Italia e dell’efficacia dei vaccini.  

 

Omicron, quali sono i sintomi e quanto durano

I sintomi più comuni causati dalla variante Omicron includono mal di testa, tosse secca, congestione o naso che cola, affaticamento, starnuti e mal di gola. Sono invece meno comuni febbre alta, perdita di gusto e olfatto, diarrea e dolori muscolari. Purtroppo, questo rende il virus quasi indistinguibile dalla comune influenza, pertanto è sempre consigliabile sottoporsi a un tampone rapido o molecolare in caso di insorgenza di sintomi. Ma quanto durano i sintomi? Le formi lievi della malattia possono durare anche due settimane, con strascichi ancora più lunghi. In qualche caso, si possono segnalare per diverse settimane disturbi come stanchezza cronica, difficoltà respiratorie e “nebbia cerebrale”.

 

Non rimandare la terza e la quarta dose di vaccino

Le prime due dosi di vaccino funzionavano in maniera efficiente contro la variante Delta, ma sono meno efficaci contro la Omicron: senza la terza e la quarta dose (quest’ultima per i soggetti più deboli) la protezione è piuttosto bassa. Secondo un imponente studio del New England Journal of Medicine condotto su oltre 2,7 milioni di soggetti, dopo tre mesi dalla seconda dose, l’efficacia dei vaccini mRNA nel prevenire le forme sintomatiche della Omicron è circa al 30-35 per cento, dopo sei mesi scende al 10-15 per cento. Soltanto con la terza dose l’efficacia torna intorno al 70 per cento.

 

Porta sempre con te mascherine FFP2

Come è chiaro ormai da tempo, le mascherine chirurgiche proteggono gli altri ma non coloro che la indossano. Per proteggere sé stessi è necessario utilizzare le mascherine FFP2, indicate anche come N95, KN95 o KF94. Le mascherine vanno indossate nei luoghi affollati, sui mezzi pubblici e, in generali, con maggiore attenzione quando si inizia a vedere una risalita dei contagi. In questa guida, è spiegato come riconoscere quelle certificate, quali le migliori e come si usano.

 

Tieni sempre a casa qualche tampone rapido fai-da-te

I test rapidi acquistabili in farmacia sono facili da usare a casa e, se usati dopo almeno 3-4 giorni dall’infezione, sono sufficientemente precisi nel rilevare il contagio da Omicron. I prezzi sono calmierati e gli esperti consigliano di usarli dopo che essere stati esposti a luoghi potenzialmente rischiosi (come una discoteca, una festa o una cena con molte persone) oppure prima di incontrare persone non vaccinate o particolarmente fragili (come gli anziani). In questa guida, si spiega con precisione quale sia il giorno giusto per fare il tampone senza incorrere in falsi negativi.

 

Compra un saturimetro

Un saturimetro – anche noto come pulsossimetro od ossimetro – è un piccolo dispositivo che si aggancia al dito e misura i livelli di ossigeno nel sangue. Quando il livello scende a 92 o più basso, si dovrebbe chiamare un medico. Una bassa saturazione può essere un segno di polmonite da Covid-29 e può aumentare il rischio di gravi complicazioni. Uno studio sudafricano ha scoperto che il rischio di morire da Covid-19 era circa il 50 per cento più basso tra i pazienti che monitoravano la loro saturazione a casa.

 

Non aspettare a chiamare il medico o l’ambulanza

Molte delle morti legate al Covid-19 sono avvenuto per un ritardo nel ricovero. Come ha spiegato il direttore dell’ospedale di Latina, “il problema è che quando entrano in ospedale, molti pazienti non sono ai primi sintomi, ma arrivano già in gravi condizioni perché c'è la negazione della malattia”. Per questo il Ministero della Salute consiglia di chiamare subito il proprio medico di base o la guardia media non appena si avvertono i primi sintomi di infezione respiratoria. Nei casi in cui la saturazione di ossigeno è molto bassa (inferiore a 92) e ci sono gravi difficoltà respiratorie è meglio andare subito al pronto soccorso o chiamare un’ambulanza.