Vaccino Omicron o bivalente, ecco quando potrebbero arrivare i sieri aggiornati

Moderna e Pfizer/BioNTech lavorano contemporaneamente su un monovalente di ultima generazione e un bivalente per Omicron e virus di Wuhan. Maggio decisivo per capire cosa fa il virus e se servirà il richiamo autunnale

Covid in Liguria

Covid in Liguria

A pochi giorni dall'avvio della somministrazione della quarta dose del vaccino anti Covid in Lombardia (da oggi partono le prenotazioni per gli over 80) resta aperto il dibattito tra esperti sull'opportunità di un richiamo in autunno, anche alla luce delle nuove varianti, e dell'importanza di avere un siero contro tutti i Coronavirus. Tanto più dopo la nascita delle nuove varianti Xe e Xj e il sequenziamento Xf, mix di Delta e Omicron. E mentre la ricerca corre per fornire un prodotto scudo a più ampia protezione e più aggiornato possibile, restano aperti diversi dubbi. Primo tra tutti quello sull'opportunità di un'eventuale campagna autunnale di richiami. Altro nodo è quello del siero che potrebbe essere utilizzato. Dubbi che potrebbero trovare prime risposte già nel mese di maggio, quando - secondo gli esperti - dovrebbe essere chiaro se si avranno nuovi vaccini. In 'pole position' sembrano esserci i vaccini a mRna che sono più avanti nel percorso di riadattamento.

Ma il vaccino dell'azienda spagnola Hipra, attualmente sotto 'revisione ciclica' da parte dell'agenzia europea del farmaco Ema e proposto come richiamo, potrebbe sparigliare le carte. In ogni caso, tutto dipende, da quando arriveranno all'ente regolatorio Ue i dati dei risultati clinici. Se arrivassero a maggio-giugno, o anche all'inizio di luglio, allora  - secondo gli esperti - un via libera "durante l'estate o per l'inizio di settembre" si potrebbe riuscire ad avere in Europa. Per far sì che "almeno dei vaccini chiave siano disponibili per una campagna d'autunno". Hipra è un vaccino proteico basato sulle varianti Beta e Alfa, quindi pur non essendo un siero Omicron non è uguale a quello che abbiamo adesso e potrebbe presentare dei vantaggi come richiamo.

Maggio sarà importante anche per capire cosa fa il virus e cosa aspettarsi nei prossimi mesi. I fari sono puntati sul Sars-CoV-2 dell'era Omicron, gli esperti vogliono capire "se ci saranno dei cambiamenti significativi nel virus". Il monitoraggio continua perché se questi cambiamenti fossero accompagnati da un'eventuale risalita dei casi e soprattutto delle ospedalizzazioni, allora diversi Paesi potrebbero accelerare e coprire con le quarte dosi alcune categorie più fragili. Tutte le aziende che hanno vaccini autorizzati stanno pensando a eventuali aggiornamenti dei loro prodotti scudo. Sono avanti nel loro percorso di studio su questo fronte Moderna e Pfizer/BioNTech. Ed entrambe  stanno lavorando sia con dei vaccini monovalenti per Omicron che con dei vaccini bivalenti, Omicron e virus di Wuhan.

Proseguono senza sosta gli studi clinici sui vaccini, "soprattutto negli Stati Uniti ma anche in altre parti del mondo", per valutare se "la risposta immunitaria sia migliore o no rispetto a quella che si ha col vaccino attuale, dopo un primo o un secondo richiamo. E quindi per capire se ha senso fare un cambio di produzione". Dunque sarà un vaccino Omicron o bivalente? A marzo, Moderna ha annunciato l'avvio di uno studio di fase 2 su un candidato vaccino booster bivalente contro Covid, denominato mRna-1273.214. Si tratta di un prodotto - ha spiegato l'azienda americana - che combina il candidato booster per Omicron mRna-1273.529 con il vaccino anti-Covid Spikevax* (mRna-1273). Uno scudo '2 in 1'. Mentre le aziende americana Pfizer e tedesca BioNTech hanno annunciato a fine gennaio di aver avviato lo studio clinico sul candidato vaccino specifico per la variante Omicron. Ma anche loro esplorano la via del bivalente. "Bisognerà capire alla luce dei dati cosa è meglio fare", evidenziano fonti del settore, anche perché ci potrebbe essere una distinzione fra ciò che si userà per i richiami e ciò che si userà invece per le prime dosi, per un'immunizzazione iniziale. La strategia migliore "si deve ancora definire". Gli esperti, fermo restando che tutto dipende dai dati, ipotizzano uno scenario in cui forse per un richiamo un vaccino Omicron potrebbe bastare, mentre per una serie iniziale il bivalente potrebbe essere l'ideale per avere una copertura più ampia. Ma se il bivalente funzionasse bene anche come booster, si potrebbe puntare ad avere una singola tipologia, evitando complicazioni. Ma dipende anche da quello che porteranno le aziende. 

Se questa è l'aria che tira in Ue, visto da Oltreoceano il quadro non appare tanto diverso. Anche negli Usa si è affrontato il nodo vaccini aggiornati e, secondo quanto rimbalzato sui media, c'è stato al riguardo un confronto di recente fra consulenti esterni della Fda in cui si è evidenziata appunto l'esistenza di incertezze da sciogliere, e la necessità di avere un quadro più 'schiarito' entro giugno se si vogliono avere vaccini rivisti pronti per l'autunno (anche qui preso come orizzonte di riferimento, per poter avere un'adeguata protezione nella stagione invernale, quando si teme il virus riprenda vigore).