Liliana Segre: "Non perdono e non dimentico, ma non odio"

La senatrice a vita, ospite di Science for peace, ringrazia Mattarella per "averle spalancato la porta del Senato"

Liliana Segre

Liliana Segre

Milano, 15 novembre 2019 - "Io non perdono e non dimentico, ma non odio. E la trasmissione del non odio e battersi contro l'odio è un ammaestramento utile per i ragazzi e per tutti, perchè l'atmosfera dovuta all'ignoranza e all'indifferenza, che è stata la regina del mondo di allora, c'è purtroppo anche oggi". Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre, parlando alla conferenza Science for peace, organizzata all'Università Bocconi di Milano dalla Fondazione Umberto Veronesi.

Liliana Segre, ripercorrendo la sua storia di deportata nel campo di concentramento, ha ricordato come si è trovata "senza parole" e "stupita" davanti al male che vedeva intorno a lei, a "quell'odio organizzato che vedevo e che poi ho combattuto sempre". Tornata a Milano una volta uscita dal lager, di fronte alle persone vicino a lei che non volevano sentir parlare di quello che aveva vissuto, ha "iniziato prestissimo, già nei primi giorni dopo il mio ritorno, a tacere - racconta - Mi ci sono voluti 45 anni per riuscire ad andare a parlare davanti agli studenti, senza mai nominare la parola odio e vendetta e fare il mio dovere di testimone".

La Segre ha poi ringraziato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per "averle spalancato la porta del Senato", nominandola senatrice a vita, dopo che da piccola le era stata "sbarrata la porta della scuola" perché ebrea, una ferita che si porta ancora dentro. "Io sono sempre ferita dalla chiusura della porta della scuola che subii da bambina - ha detto - e ringrazio Mattarella he mi ha fatto spalancare la porta del Senato, e anche per avermi detto di averlo fatto pensando a mio padre e a quanto avevo sofferto come figlia". La senatrice a vita ha anche spiegato come appena entrata in Senato, le è venuto in mente "di combattere i discorsi dell'odio perchè questa lotta è dentro di  lei fortissima. Non si può vivere con le parole dell'odio".