Incidenti stradali, il lockdown non ferma la strage: in un anno 317 morti e 26mila feriti

Le restrizioni del 2020 fanno calare sensibilmente il numero di sinistri e vittime. Ma in Lombardia si registra comunque quasi un morto al giorno

Incidente stradale

Incidente stradale

Milano - Nel 2020 si sono verificati in Lombardia 19.964 incidenti stradali che hanno causato la morte di 317 persone e il ferimento di altre 25.940. Lo riporta l'Istat ne suo focus statistico pubblicato oggi.  La situazione pandemica e le misure adottate per contenerla hanno determinato un consistente decremento del numero di incidenti (-38,7%), delle vittime della strada (-27,6%) e dei feriti (-41,6%) rispetto al 2019. Il calo è stato maggiore rispetto a quanto registrato a livello nazionale (-31,3% per gli incidenti, -24,5% per le vittime e -34,0% per i feriti)

Il rischio

Tra il 2019 e il 2020 l’indice di lesività diminuisce da 136,4 a 129,9; quello di mortalità invece aumenta (1,6 decessi ogni 100 incidenti da 1,3 nel 2019) così come l’indice di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato per 100) a 1,2 nel 2020 da 1,0 nel 2019. L’incidentalità più elevata si registra, lungo le autostrade, in A4 (267 sinistri, 7 morti e 446 feriti) e in A50 (138 incidenti, 4 morti e 196 feriti) e sulla SS036 (192 eventi, 2 decessi e 257 feriti). L’indice di mortalità cresce in tutte le province ad eccezione di quelle di Lecco e Varese. Nel 2020 il maggior numero di incidenti (15.356, il 76,9% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 148 morti (46,7% del totale) e 19.199 feriti (74,0%). Rispetto all’anno precedente i sinistri diminuiscono su tutte le categorie di strada ma il calo maggiore si verifica sulle autostrade (-46,7%), seguite dalle strade urbane (-39,1%) e dalle altre strade (-34,1%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (3,8 decessi ogni 100 incidenti) e sulle autostrade (3,1 ogni 100). In ambito urbano gli incidenti che avvengono lungo un rettilineo rappresentano il 42,7% del totale, seguono quelli che si verificano nei pressi di un’intersezione (28,7%), di un incrocio (13,4%), di una rotatoria (7,3%) e di una curva (6,7%). Lungo le strade extraurbane il 55,3% degli incidenti si verifica lungo un rettilineo, il 21,1% in curva e il 9,5% nei pressi di un’intersezione.

I momenti peggiori

Le misure adottate per contrastare la pandemia, il periodo di lockdown e le fasce di coprifuoco hanno influito pesantemente sulla distribuzione temporale degli incidenti stradali sull’intero territorio nazionale. Rispetto al mese precedente, a marzo si registra un calo del numero di incidenti del 65,2%, ad aprile del 47,9%. Tra giugno e ottobre, in coincidenza della riapertura di gran parte delle attività e del periodo di maggiore mobilità per vacanze, si contano 12.344 incidenti (il 61,8% di quelli dell’intero anno), in cui hanno avuto lesioni 15.999 persone (61,7%) e 199 sono decedute (60,6%) (Figura 5). Oltre l’82% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 20 ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati tra le cinque e le sei del mattino (4,7 morti ogni 100 incidenti) e tra la mezzanotte e l’una (3,9 morti ogni 100 incidenti), con valori molto oltre la media giornaliera (1,6). Il venerdì e il sabato notte si concentra il 40,5% degli incidenti notturni, il 50,0% delle vittime e il 43,8% dei feriti. L’indice di mortalità degli incidenti notturni è di 2,8 decessi ogni 100 incidenti, registrando il valore più elevato il venerdì notte (3,8).

Le zone

In Lombardia il 50,8% degli incidenti stradali è concentrato nei Poli urbani; considerando anche le Aree di cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai Poli, si arriva al 92,7% del totale. Nei comuni delle Aree interne, caratterizzate da distanze superiori ai 20 minuti di percorrenza dai Poli urbani, gli incidenti rappresentano il 7,3% del totale regionale. Il numero delle vittime si riduce rispetto al 2019 sia nel totale dei Centri (-28,9%) sia nelle Aree Interne (-20,3%). Di contro gli indicatori statistici di mortalità e gravità sono in lieve aumento rispetto al 2019 sia nei Centri (1,4 decessi ogni 100 incidenti e 1,1 morti ogni 100 morti e feriti) sia nelle Aree interne (rispettivamente 3,5 e 2,6). Questi indicatori evidenziano inoltre una situazione critica nelle Aree interne, dove si registrano valori superiori alla media regionale.

I comportamenti a rischio

La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (69,2%); la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (6.389 casi, 53 vittime e 8.642 feriti), seguita dal tamponamento (3.539 casi, 40 decessi e 5.313 persone ferite). La tipologia più pericolosa è lo scontro frontale (4,3 decessi ogni 100 incidenti), seguono la fuoriuscita (3,0 decessi ogni 100 incidenti) e l’urto con ostacolo accidentale (2,9 decessi ogni 100 incidenti). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 2,5 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (1,2 decessi). Nell’ambito dei comportamenti errati, la guida distratta, il mancato rispetto delle regole di precedenza e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente. I tre gruppi costituiscono il 44,9% del totale dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 21,2%, il mancato mantenimento della distanza di sicurezza per il 15,1% e l’elevata velocità per il 13,3%. Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per le classi di età 15-29 anni (4,5 per 100mila abitanti) e per gli ultrasessantacinquenni (4,3 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 73,2% delle vittime e il 74,5% dei feriti, le persone trasportate l’11,7% dei morti e il 17,3% dei feriti, i pedoni il 15,1% dei deceduti e l’8,3% dei feriti. Il 66,7% dei pedoni vittima di incidente stradale appartiene alla classe di età 65+ mentre il 59,1% dei pedoni feriti ha più di 44 anni. Il tasso di lesività standardizzato è pari a 480,4 per la classe di età 15-29 anni, a 349,1 per quella 30-44 anni

I costi sociali

I costi sociali degli incidenti stradali quantificano gli oneri economici che, a diverso titolo, gravano sulla società a seguito di un incidente stradale. Nel 2020 il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in circa 11 miliardi e 600 milioni di euro per l’intero territorio nazionale (195,5 euro pro capite) e poco più di 1 miliardo e 791 milioni di euro (179,2 euro pro capite) per la Lombardia; la regione incide per il 15,4 % sul totale nazionale

Gli obiettivi europei

I Programmi d’azione europei per la sicurezza stradale, per i decenni 2001-2010 e 2011-2020, impegnano i Paesi membri a conseguire il dimezzamento dei morti per incidente stradale con una particolare attenzione, nel decennio in corso, agli utenti vulnerabili. Nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte del 47,3%, più della media nazionale (-42,0%); fra il 2010 e il 2020 si registrano variazioni rispettivamente di -43,9% e -41,8%. Nello stesso periodo l’indice di mortalità sul territorio regionale è aumentato da 1,4 a 1,6 deceduti ogni 100 incidenti, in linea con quello medio nazionale che registra un leggero aumento (da 1,9 a 2,0 decessi ogni 100 incidenti). Nel 2020 l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani), periti in incidente stradale, in Lombardia è superiore alla media nazionale (46,1% contro 44,9%). Guardando invece agli utenti vulnerabili secondo il ruolo avuto nell’incidente (conducenti/passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni) il loro peso relativo (sul totale dei deceduti) è leggermente inferiore nel 2020 a quello nazionale (50,8% contro 51,4%). Sempre tra 2010 e 2020 l’incidenza di pedoni deceduti è diminuita in Lombardia da 17,2% a 15,1%; nel resto del Paese è aumentata da 15,1% a 17,1%.