Vaccini Covid Italia: una dose su dieci è andata ai "furbetti"

I dati dal report del commissario straordinario per l'emergenza. Sotto i riflettori Calabria, Sicilia, Campania e Valle d'Aosta

Furbetti del vaccino: allarme per chi "salta la fila"

Furbetti del vaccino: allarme per chi "salta la fila"

Circa un vaccino su dieci, in Italia, è stato somministrato a persone fuori dalle liste di priorità. Numeri alla mano, sono più di un milione gli individui che hanno ricevuto una dose prima del tempo, spesso mescolandosi ad anziani, fragili, sanitari, forze dell'ordine e insegnanti. Complice un sistema troppo decentrato, pieno di buchi, con regole diverse tra regione e regione. Ed è qui che la responsabilità penale dei “furbetti” si mescola alla responsabilità politica dei governi regionali, che hanno lasciato ampie deroghe nelle quali è stato facile infiltrarsi. Ora sul caso sta indagando la Commissione parlamentare antimafia, mentre nelle varie regioni le Procure hanno aperto decine di inchieste.

Come facciamo a sapere quanti sono

Le categorie che, ad oggi, sono inserite nelle liste di priorità sono sette: over-80, persone estremamente fragili, operatori sanitari e sociosanitari, personale non sanitario, ospiti e operatori delle rsa, forze armate e personale scolastico. Nei report del commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, le persone che non fanno parte di questi gruppi vengono identificati come “altri”. Al 9 aprile, sempre secondo il report del commissario anti-covid, più di 2,3 milioni di dosi sono state somministrate a persone sotto la voce “altri". Non tutti questi individui però hanno saltato la fila, perché anche gli over-70 vengono inseriti dentro il gruppo “altri”, pur avendo ormai diritto al vaccino in tutte le regioni. 

Le dosi somministrate agli ultrasettantenni sono circa 1,1 milioni. Sottraendo questo numero a quello delle 2,3 milioni di dosi sotto la voce “altri”, otteniamo una stima del numero di vaccini finiti a persone fuori dalla lista: 1,2 milioni, cioè il 10% del totale delle dosi somministrate. Il calcolo ovviamente è approssimativo, ma in assenza di dati precisi da parte delle autorità sanitarie è il più preciso attualmente disponibile.

Le regioni in cui ci sono più “furbetti” 

Ci sono regioni in cui la percentuale di dosi somministrate a individui fuori dalle liste di priorità è quasi il doppio rispetto alla media nazionale del 10%. Si tratta di Calabria (22%), Sicilia (21%), Campania (18%) e Valle d'Aosta (18%). 

Ed è proprio a queste quattro Regioni che il presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, chiederà i nominativi delle persone inserite nella categoria “altro”. L'obiettivo è capire quanti non aventi diritto sono riusciti a nascondersi tra le maglie del sistema ed eventualmente fare luce sui problemi delle regole regionali. Morra ha chiesto massima collaborazione alle Regioni, "al fine di fugare ogni dubbio sul rispetto delle priorità di vaccinazione". 

In Calabria, dove i “furbetti” sarebbero circa 70mila, indaga anche la Commissione regionale antindrangheta, per fare luce sulle "metodologie utilizzate per la somministrazione di siero ad altre categorie". 

Le tecniche usate per "saltare la fila"

Le inchieste aperte in tutta Italia danno uno scorcio su alcune delle tecniche usate per ottenere, senza diritto, una dose di vaccino. Tra i metodi più semplice c'è la falsa dichiarazione: a Biella, in Piemonte, alcuni medici in pensione avrebbero fornito dati falsi per saltare la fila. Ipotesi simili sono emerse anche in riferimento a un gruppo di avvocati, commercialisti e dirigenti amministrativi. 

In alcuni casi ci sarebbe anche la complicità del personale sanitario. A Oristano, in Sardegna, 15 tra medici e infermieri sono indagati con l'accusa di aver somministrato dosi a persone che non avevano titolo, passando davanti ad anziani e cittadini fragili.

Poi ci sono le presunte irregolarità legate ai “caregiver”, cioè le persone che possono vaccinarsi perché a stretto contatto con persone estremamente vulnerabili. In Puglia e in Umbria gli inquirenti parlano di “alto rischio di imbucati”. La Regione Umbria ha annunciato controlli a campione per verificare i requisiti dei “caregiver” già vaccinati.

Sotto il profilo penale, per coloro che hanno ricevuto una dose senza diritto o che sono coinvolti nelle irregolarità, i pubblici ministeri ipotizzano reati che vanno dal falso, all’abuso d’ufficio, al peculato. 

Per quanto riguarda la responsabilità politica, invece, resta da chiedersi se l'ordine sparso con cui la campagna vaccinare è stata portata avanti dalle Regioni abbia portato qualche beneficio. Oppure se, come ha dichiarato il presidente del Consiglio Mario Draghi, “alcuni territori trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità in base a qualche loro forza contrattuale”.