Caso "Vero", Formigoni in aula a Cremona: "Mai preso regali"

L'ex governatore deve difendersi dall'accusa di aver ottenuto utilità per 447 mila euro. Da luglio è ai domiciliari per il caso Maugeri

Roberto Formigoni (Ansa)

Roberto Formigoni (Ansa)

Cremona, 11 febbraio 2020 - Doveva difendersi dall'accusa di aver ottenuto utilità per 447 mila euro da Gianluca Guarischi, ritenuto collettore di mazzette nell'ambito del processo per corruzione aperto sul caso Vero, l'acceleratore lineare per le cure oncologiche commercializzato dalla Hermex Italia dell' imprenditore Giuseppe Lo Presti e acquistato dall'ospedale Maggiore di Cremona.

E si è difeso, questa mattina in tribunale a Cremona, Roberto Formigoni, ex presidente di Regione Lombardia dallo scorso luglio ai domiciliari, dove sta scontando la condanna definitiva a cinque anni e dieci mesi di reclusione per il caso Maugeri/San Raffaele. Incalzato sul contestato, lungo, elenco di viaggi, sulle vacanze con Guarischi, sul noleggio di elicotteri e yacht e su regali come un paio di gemelli e un orologio, ha spiegato che «ognuno pagava la sua quota e io ho sempre pagato la mia. E non ho mai ricevuto regali». E ancora: «Io non porto orologi dal Duemila perchè mi provocano sudorazione e fastidio. Guarischi lo sapeva e mai mi avrebbe regalato un orologio. Io non ho mai ricevuto nulla, né da Guarischi né da Lo Presti».

Ai giudici, Formigoni ha spiegato come è nata l'amicizia con Guarischi, la loro frequentazione extra politica, i viaggi insieme in Sudafrica, in Croazia e in Sardegna: «Fu l'unica volta in cui non vollero farmi pagare». Formigoni ha quindi rivendicato il suo lavoro: «Ho rivoluzionato la sanità lombarda con risultati straordinari e l'ho sempre fatto alla luce del sole. Ascoltavo tutti, perché ritenevo fosse un dovere».