Denise Pipitone, 17 anni fa la scomparsa: quello che sappiamo oggi

Candele alla finestra per non dimenticare. Piera Maggio: "Oggi è una giornata triste, chi ha rapito Denise è libero e continua a girare a Mazara"

Denise Pipitone, scomparsa nel 2004

Denise Pipitone, scomparsa nel 2004

Mazara, 1 settembre 2021 - Diciassette anni di misteri e depistaggi dietro la scomparsa di Denise Pipitone. Erano le 11.45 dell'1 settembre 2004, quando la piccola sparisce da Mazara del Vallo. Aveva appena 4 anni e rincorreva un cuginetto davanti all'abitazione della nonna materna. La piccola imbocca una traversa e si dilegua. Da quel momento di lei non si hanno più notizie: è come inghiottita dalla terra. Le ricerche partono immediatamente e, su indicazione della madre Piera Maggio, si concentrano sulla pista della vendetta familiare. Denise non è figlia di Toni Pipitone (marito di Piera Maggio) ma di Piero Pulizzi, sposato con Anna Corona, con cui ha altre due figlie. Una delle, Jessica Pulizzi finisce a processo per la scomparsa della sorellastra ma viene assolta in Cassazione nel 2017. Parallelamente al fronte processuale si susseguono gli avvistamenti, in Italia e non solo, e ad ogni segnalazione si riaccende la speranza di trovare Denise. 

Piera Maggio: "Chi ha rapito Denise è libero e continua a girare a Mazara"

"Oggi per noi è una giornata triste - commenta Piera Maggio assieme al papà naturale della bimba Pietro Pulizzi -. Sono trascorsi 17 anni da quando è scomparsa la nostra piccola Denise e, nonostante tutto questo tempo trascorso, nulla è cambiato. Noi genitori continuiamo a chiedere con forza la verità sulla scomparsa di nostra figlia affinchè chi è stato responsabile di tutto ciò venga assicurato alla giustizia. Siamo certi - sottolineano i genitori della bimba - che chi ha rapito Denise è libero e continua a girare a Mazara del Vallo. Noi confidiamo nella magistratura che possa fare giustizia su questa triste vicenda. Non abbiamo mai perso la speranza di poter riabbracciare Denise, nonostante tutti questi anni".

Dalla pista russa a quella calabrese

"Accendiamo una luce di speranza per Denise". E' l'appello postato sui social da Piera Maggio per non far spegnere i riflettori sul caso Denise. Negli ultimi mesi la vicenda ha registrato una serie di colpi di scena: dall'appello sulla tv russa di Olesya Rostova, rapita da piccola e straordinariamente somigliante alla mamma di Denise fino alle dichiarazioni choc dell'ex pm Maria Angioni, al tempo incaricata delle indagini, che ha parlato di depistaggi, dicendo anche di sapere dove si trovi oggi Denise. Ma non è tutto, nei mesi scorsi si sono rincorsi i presunti avvistamenti di Denise, tutti risultati inattendibili, come quello della 19enne romena di Scalea o quello della rom avvistata a Milano da una guardia giurata in compagnia di una bambina sin tutto somigliante a Denise. 

Lettere anonime e riapertura indagini

Ma il vero colpo di scena è la riapertura delle indagini da parte della Procura di Marsala, che, sulla base di nuovi elementi, iscrive nel registro degli indagati due persone: Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi, padre biologico di Denise, e Giuseppe Della Chiave, nipote del testimone sordomuto Battista. C'è poi una breccia nel muro di omertà che per 17 anni ha accompagnato il caso denise. Arrivano almeno due lettere anonime ("Sono 17 anni che so, non ho parlato prima per paura...") che aggiungono nuovi elementi al vaglio degli inquirenti e inducono il legale di Piera Maggio, l'avvocato Giacomo Frazzitta, a lanciare un appello al mittente: "Vieni fuori in qualche modo, ma aiutaci ancora". Una mobilitazione che coinvolge non solo chi sa e non ha parlato prima per paura o diffidenza, ma anche la società civile tutta.

Una candela sul davanzale: Mazara non dimentica

Un lumino o una candela sul davanzale della propria finestra per non dimenticare Denise. È l'iniziativa promossa da don Davide Chirco, responsabile del  Seminario vescovile della Diocesi di Mazara del Vallo e del Servizio di pastorale vocazionale."Invito tutti, mazaresi e non, a deporre sul davanzale della propria finestra un lumino o una candela, fare una foto e postarla sui social con l'hashtag #17annisenzaDenise - afferma il sacerdote - per chi è credente può unire a questo gesto anche una speciale intenzione di preghiera per Denise e la sua famiglia". Don Chirco spiega che questo "è un semplice segnale che vuole essere da monito a tutti coloro che sanno e non parlano per paura, ma vuole anche essere un momento di forte unità e di particolare vicinanza a Piera Maggio e Pietro Pulizzi, segnati da un dolore che dura ormai da troppo tempo".