Covid, spettro zona gialla e aumento dei contagi: le regioni a rischio

L'incidenza sfonda quota 50 casi per 100mila abitanti. E la pressione su terapie intensive e reparti ordinari continua a farsi sempre più forte

Terapia intensiva Covid

Terapia intensiva Covid

In Italia la diffusione del virus sta accelerando. E i dati emersi nell'ultimo monitoraggio dell'Istituto superiore di Sanità sono chiari: il Paese è passato da un'incidenza di 30 casi per 100mila persone a oltre 50 e anche l'Rt, l'indice di trasmissibilità, è salito da 0,8 a poco sopra l'1. In alcune regioni torna così lo spettro della zona gialla. Con le vecchie regole il passaggio di alcuni territori nell'area più a rischio sarebbe già scattato, ma con i parametri stabiliti dal governo Draghi in estate la retrocessione è legata non solo all'incidenza, ma anche e soprattutto al tasso di occupazione negli ospedali di terapie intensive e reparti ordinari. Intanto sono diversi i Paesi che stanno introducendo nuove restrizioni per cercare di frenare il contagio.

Leggi l'ultimo bollettino Covid

Regole per la zona gialla

È necessario che si verifichino alcune condizioni per giustificare il passaggio di una regione in zona gialla: l'incidenza settimanale dei contagi deve essere pari o superiore a 50 ogni 100mila abitanti a condizione che il tasso di occupazione dei posti letto in area medica sia superiore al 15 per cento e il tasso di occupazione in terapia intensiva sia superiore al 10 per cento. Nel caso in cui si verifichi un'incidenza pari o superiore a 150 casi per 100mila abitanti, la Regione resta in zona gialla se si verifica una di queste due condizioni: il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è uguale o inferiore al 30 per cento; oppure il tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva è uguale o inferiore al 20 per cento.

Le regioni più colpite

Sono dieci le regioni al momento oltre la soglia dei 50 casi per 100mila abitanti: Provincia autonoma di Bolzano, Veneto, Friuli Venezia e Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania e Calabria.

Il caso Friuli Venezia Giulia

Al momento tra le aree più colpite dal contagio c'è il Friuli Venezia Giulia. L'allarme è stato lanciato dal sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza: "Siamo al limite della zona gialla, ci sono state le manifestazioni e questo è il risultato. Un aumento simile dei casi nella mia città non c'era mai stato quindi è stato causato da quelle proteste contro il Green pass. Ho il terrore di ritornare in una piazza dell'Unità deserta, dove è tutto chiuso. Abbiamo rubato un anno e mezzo ai giovani, vogliamo ritornare a quel punto? - si chiede facendo riferimento al rischio di nuove chiusure - Speriamo proprio di no".

In Friuli, d'altronde, crescono da due settimane a questa parte i posti occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri, passati dal 3% al 6% tra il 18 ottobre e il primo novembre. Ma cresce soprattutto la percentuale di posti occupati da pazienti Covid nelle terapie intensive: nello stesso arco di tempo sono passati dal 4% al 10%, arrivando quindi a toccare il valore limite, il cui superamento rappresenta uno dei parametri per il passaggio della in zona gialla.

Alto Adige, situazione critica

Critica anche la situazione in Alto Adige. "La situazione sta peggiorando, abbiamo sempre più infezioni". E' quanto ha detto il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, a seguito della seduta della giunta provinciale. In Alto Adige la popolazione vaccinabile sopra i 12 anni da considerarsi immunizzata è pari al 76,8% (360.334 persone su un totale di 530.000 circa abitanti). "Noi stiamo a mettendo a disposizione tutti i sistemi per aiutare i cittadini ma l'effetto è quello che si potrebbe cambiare colore. Noi abbiamo - ha aggiunto Kompatscher - la situazione analoga di Germania e Austria dove c'è un basso tasso di vaccinati: mi appello al buonsenso della popolazione". Per quanto riguarda i ricoveri Covid in reparti di area non critica, dal 18 ottobre al primo novembre, a livello nazionale spicca proprio la crescita nella Provincia autonoma di Bolzano, passata da 5% al 10%.

E la Lombardia?

In Lombardia la pandemia è sotto controllo. positivi registrati nelle ultime ore sono 213, 48 (+3) i ricoverati in terapia intensiva, 293 (+5) quelli non in terapia intensiva. Nessun decesso per Covid, con un bilancio di 34.162 morti dall'inizio della pandemia. Nei giorni scorsi l'assessore Moratti aveva dichiarato che "la regione resterà zona bianca anche per le prossime settimane perché non supererà le soglie di occupazione delle terapie intensive e di ospedalizzazioni. Il contagio comunque è risalito e il mio invito è a proseguire con le vaccinazioni". 

Terapie intensive in Italia

Tasso di occupazione, questa la situazione regione per regione: Abruzzo (5%), Basilicata (0%), Calabria (3%), Campania (3%), Emilia- Romagna (3%), Friuli Venezia Giulia (10%), Lazio (6%), Liguria (5%), Lombardia (3%), Marche (8%), Molise (5%), Pa Bolzano (4%), Pa Trento (2%), Piemonte (3%), Puglia (4%), Sardegna (3%), Sicilia (4%), Toscana (5%), Umbria (7%), Valle d'Aosta (0%), Veneto (3%).

Reparti ordinari

I dati delle regioni: Abruzzo (4%), Basilicata (7%), Calabria (11%), Campania (7%), Emilia-Romagna (4%), Friuli Venezia Giulia (6%), Lazio (6%), Liguria (4%), Lombardia (5%), Marche (6%), Molise (3%), Pa Bolzano (10%), Pa Trento (2%), Piemonte (3%), Puglia (5%), Sardegna (3%), Sicilia (8%), Toscana (5%), Umbria (6%), Valle d'Aosta (6%), Veneto (3%).

Il Cts

Nonostante il trend in crescita dei contagi, Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, spiega che la situazione in Italia non è affatto fuori controllo: "Questo lo si deve a due fattori: l'elevata adesione alla campagna vaccinale e al mantenimento di una serie di misure non farmacologiche che proteggono dal contagio, come le mascherine e il distanziamento. La situazione di circolazione virale nel Paese rimane tra le più favorevoli di tutta Europa. Meglio di noi solo la Spagna. L'impatto sui servizi sanitari è ancora fortunatamente contenuto. Ma questo non toglie che va fatta attenzione all'incremento dei numeri dei nuovi contagiati".