Il Covid torna a far paura: i Paesi corrono ai ripari. In Germania un tampone al giorno

Diversi Stati stanno reintroducendo obblighi e limiti. Nel mirino ci sono soprattutto i non vaccinati

Russia, un operatore sanifica una stazione ferroviaria

Russia, un operatore sanifica una stazione ferroviaria

Il Covid19 torna a fare paura. Con differenze sostanziali a seconda - ormai è evidente - della progressione della campagna vaccinale e della presenza o meno di alcune restrizioni, tutti i Paesi stanno vivendo una crescita della curva dei contagi. E crescono, a velocità diverse, anche i ricoveri e i decessi. Se è vero che in Italia la curva cresce, sì, ma senza al momento destare grosse preoccupazioni e senza la necessità di rimettere dei limiti (anche perché qui, tra Green pass e mascherina obbligatoria al chiuso, le restrizioni sono più alte che altrove), ci sono altre realtà dove il virus galoppa velocemente. E dove si sta già correndo ai ripari, reintroducendo alcune restrizioni e spesso usando il pugno duro proprio sui non vaccinati. Ecco dove. 

Olanda

L'Olanda reintroduce una serie di misure anticovid a causa dell'aumento dei casi. Ad annunciarlo, proprio oggi 2 novembre, è stato il premier Mark Rutte. Tra le misure annunciate da Rutte c'è il ritorno al distanziamento sociale (un metro e mezzo) e il ritorno dell'obbligo di indossare la mascherina nelle stazioni ferroviarie e nei musei ma anche per gli studenti universitari - quando si spostano all'interno degli istituti - e per chi lavora a contatto con altre persone, come i parrucchieri. Il Green pass - finora richiesto solo nei ristoranti al chiuso - sarà obbligatorio anche per accedere ai musei e ai dehors di bar e ristoranti. Torna a essere raccomandato lo smart working. "Se non siete vaccinati ripensateci", ha sottolineato Rutte annunciando in una conferenza stampa le misure. Da qui al 12 novembre il governo olandese monitorerà i numeri di ricoveri e terapie intensive e non sono escluse nuove restrizioni. 

Austria

In Austria l'occupazione dei letti di terapia intensiva ha toccato e superato quota 300, limite oltre il quale nel Paese scatta automaticamente una serie di restrizioni per limitare la diffusione dei contagi. L'entrata in vigore dei nuovi limiti scatterà però fra una settimana, secondo quanto prevede il meccanismo previsto dalla legge austriaca: una volta superato il limite dei 300 pazienti in terapia intensiva (oggi sono 317, 25 in più rispetto a ieri) inizia un countdown di sette giorni al termine del quale il Paese deve entrare nel secondo livello di restrizioni su una scala di cinque. In questo livello cenare nei ristoranti e partecipare a eventi affollati è permesso solo a chi ha il Green pass. In Austria si sono registrati 5.398 nuovi casi nelle ultime 24 ore, equivalenti a un tasso di incidenza di 400 contagi ogni 100mila persone. Se il quadro dovesse peggiorare, la legge prevede ulteriori restrizioni, la più dura delle quali stabilisce il lockdown per i non vaccinati. 

Russia

La Russia aggiorna ogni giorno, da settimane, il proprio record di vittime per Covid. Oggi i morti sono stati 1.178, il numero più alto dallo scoppio della pandemia. Lo riferiscono le autorità sanitarie locali aggiornando a 240.871 il totale dei decessi per complicanze riconducibili al Covid-19, anche se secondo indagini indipendenti il numero reale delle vittime supererebbe le 660mila. Sono inoltre 39.008 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore, che vanno ad aggiornare a 8.593.200 il totale dei casi nel Paese.  Mosca risulta la città più colpita con 5.763 casi e 98 morti nelle ultime 24 ore, seguita da San Pietroburgo con 3.066 positivi e 83 decessi. 

Per frenare la diffusione del Covid, a Mosca dal 30 ottobre e fino al 7 novembre incluso saranno chiusi bar e ristoranti, negozi che non vendono generi alimentari o altri beni ritenuti essenziali, saloni di bellezza, cinema, palestre e altre attività. Anche le scuole sono per ora chiuse. Restano aperti i negozi di alimentari e le farmacie. Altri servizi, come musei e teatri, funzionano con delle limitazioni. Bar e ristoranti possono effettuare servizi da asporto o a domicilio. Il 20 ottobre, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che a causa della situazione epidemiologica in Russia saranno dichiarati "giorni non lavorativi" quelli dal 30 ottobre al 7 novembre ma col mantenimento della retribuzione. Alcune autorità locali hanno però deciso di dar inizio alle  restrizioni alcuni giorni prima. I "giorni non lavorativi", oltre che nella città di Mosca, sono iniziati nelle regioni di Mosca, Kaliningrad, Rostov, Smolensk e nella repubblica della Chakassia.

Germania

Oggi, 2 novembre, Angela Merkel ha manifestato forte preoccupazione per l'aumento esponenziale dei casi di contagio da Covid in Germania. E stando alle indiscrezioni pubblicate da NTV, la cancelliera avrebbe annunciato "forti restrizioni per i non vaccinati". Merkel non ha escluso che si debba presentare un test negativo ogni giorno sul posto di lavoro, (i test veloci dall'11 ottobre anche nella repubblica federale sono a pagamento).

Ucraina

Anche l'Ucraina è alle prese con aumenti di contagi mai registrati prima. Kiev cerca di correre ai riparti. Qualche giorno fa il sindaco della capitale, Vitali Klitschko, ha annunciato che avrebbe imposto nuove restrizioni dal primo novembre e ha invitato il governo nazionale a prendere ulteriori misure. Citato dall'agenzia di stampa Ukrinform, Klitschko ha detto che ''nella capitale sta rapidamente peggiorando la situazione del coronavirus. Il numero di ricoveri e pazienti che necessitano di supporto di ossigeno è in aumento''. 

Belgio 

E da venerdì scroso anche in Belgio sono state reintrodotte alcune restrizioni, poche settimane dopo essere state allentate, a causa dell'aumento dei contagi e dei ricoveri.  Le "nuove" regole includono l'uso di mascherine nei luoghi pubblici e mascherine obbligatorie per il personale di bar, ristoranti e palestre. Per entrare saranno necessari anche i pass Covid. Inoltre il governo incoraggia il telelavoro. "Dobbiamo alzare i nostri muri di protezione"  ha affermato il primo ministro Alexander De Croo. I casi giornalieri sono aumentati del 75% nell'ultima settimana a 5.299 casi. Nel frattempo, i ricoveri sono aumentati del 69% a 102 casi al giorno. I decessi sono leggermente aumentati a 13 al giorno. 

Bulgaria 

La Bulgaria detiene il tristissimo primato del più alto numero di decessi pro capite. E anche a livello di nuovi contagi, segna dei record. D'altra parte è il Paese dell'Ue con la più bassa percentuale di popolazione vaccinata ed è alle prese con la quarta ondata di Covid-19. Di fronte all'aumento delle infezioni e alla bassa adesione alla campagna di vaccinazione, le autorità hanno reso obbligatorio il green pass per accedere alla maggior parte dei luoghi pubblici al chiuso. Le nuove restrizioni hanno suscitato proteste e alcuni partiti politici hanno accusato il governo ad interim di non essere riuscito a gestire la pandemia.  Il governo, dal canto suo, non ha escluso misure più rigide se non dovesse calare la pressione sul sistema ospedaliero. Al momento più di 7.100 persone sono ricoverate nei reparti Covid, di cui 608 in terapia intensiva. I dati hanno mostrato che più del 90% dei pazienti non è vaccinato. In Bulgaria il 14 novembre sono in programma le elezioni parlamentari. 

Romania 

In Romania sono in vigore da alcuni giorni nuove severe restrizioni anti-Covid adottate dal governo per cercare di arrestare la quarta, drammatica ondata di contagi e decessi che sta colpendo il Paese balcanico. Le scuole resteranno chiuse per almeno una settimana e l'obbligo del green pass si allarga a una serie di attività non previste in precedenza, tra l'altro per l'ingresso in luoghi non essenziali come i centri commerciali e in tutti i negozi non alimentari, mentre l'obbligo della mascherina è valido dappertutto, incluso per strada.

Vengono sospese tutte le feste private come matrimoni e battesimi e viene reimposto il coprifuoco notturno in tutto il paese a partire dalle 22 fino alle 5 del mattino (libera circolazione invece per chi ha il certificato verde). Le misure saranno valide per almeno 30 giorni dopo che per un lungo periodo il governo aveva deciso di allentarle.

La situazione è abbastanza drammatica. Non c'è più posto nelle celle frigorifere degli ospedali e la chiesa ortodossa ha messo a disposizione dei nosocomi le cappelle mortuarie delle chiese, continuando però a tenere una posizione ambigua nei confronti della campagna vaccinale. Posti esauriti anche nelle terapie intensive e già dalla settimana scorsa alcuni paesi dell'UE, tra i quali Polonia e Ungheria, si sono mossi per accogliere i casi più gravi.