Coronavirus, Sos di Coldiretti: troppi speculatori sul latte italiano

Atto d’accusa contro le industrie che chiedono un ribasso del prezzo

Mucche

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Milano, 14 marzo 2020 - «Con l’emergenza c’è chi come in guerra approfitta della situazione di difficoltà e arriva addirittura a speculare sui generi alimentari di prima necessità come il latte». L’atto d’accusa è della Coldiretti che denuncia «insostenibili richieste di riduzione del prezzo pagato agli allevatori proprio mentre i supermercati vengono presi d’assalto e nelle stalle si continua a mungere per garantire i rifornimenti nelle dispense degli italiani». «Con i cittadini in fila proprio per acquistare gli alimenti base, il pretesto della chiusura di bar e ristoranti per disdire al ribasso unilateralmente i contratti è inaccettabile in un momento in cui il Paese ha bisogno del latte italiano. Un ricatto per lucrare sulle difficoltà proprio quando si moltiplicano le adesioni alla mobilitazione #mangioitaliano».

Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia, chiede certezze: «L’impegno da parte del mondo agricolo c’è, ma serve responsabilità da parte di tutti i soggetti della filiera. Ognuno deve fare la propria parte nel rispetto degli accordi definiti, per salvaguardare un settore che solo in Lombardia conta più di 5 mila allevamenti con 500mila vacche da latte e produce oltre il 40% del latte italiano». Gli fa eco Alessandro Rota, presidente Coldiretti di Milano: «C’è purtroppo chi cerca di sfruttare il proprio potere contrattuale per pagare prezzi stracciati alimenti deperibili come il latte o altri prodotti come il riso. Una manovra vergognosa». Il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, parla di «alto tradimento nei confronti delle famiglie e delle imprese»

. L’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi, svela: «Ho invitato i rappresentanti dell’industria della trasformazione a fare il possibile per sostituire i quantitativi di latte e di cagliate stranieri, ancora oggi utilizzati, con latte italiano. Si può fare in una logica di solidarietà nazionale. Per affrontare questa emergenza stiamo operando affinché almeno 500 tonnellate di materia prima vengano indirizzate alla produzione di siero in polvere di uso zootecnico».