L’albergatore di Cosio Giulio Salvi contro le paure «dell’uomo nero»

La figlia Silvia si è convertita all’Islam: «Siamo tutti uguali» di ALESSIA BERGAMINI

Silvia Salvi lavora con il padre in albergo a Cosio Valtellino

Silvia Salvi lavora con il padre in albergo a Cosio Valtellino

Cosio Valtellino, 22 novembre 2015 - Cosio Valtellino e Colorina, due Comuni, distanti una manciata di chilometri, da cui arrivano storie diverse di accoglienza. Accoglienza, divenuta integrazione alle porte di Morbegno, dove una giovane valtellinese ha scelto di abbracciare la fede islamica per coronare il suo sogno d’amore con un giovane migrante (come anticipato da Il Giorno). Accoglienza, ancora venata di diffidenza a Colorina, dove l’arrivo di una decina di richiedenti asilo ha suscitato perplessità fra i residenti di Valle.

Ad annunciare la scelta di convertirsi è stata nei giorni scorsi Silvia Salvi, figlia di Giulio Salvi (nella foto a destra) titolare dell’hotel Bellevue, ben noto alle cronache per essere stato fra i primi in provincia ad aprire le porte ai migranti, senza pregiudizi né paure. Così Giulio Salvi titolare dell’hotel Bellevue ben noto alle cronache per essere stato fra i primi in provincia ad aprire le porte ai migranti, senza pregiudizi né paurecome senza pregiudizi ha accolto la decisione di Silvia. «Il fatto è che io parto dal concetto che si ci sia solo una razza umana, viviamo tutti nello stesso mondo e siamo tutti sulla stessa barca, senza distinzioni di pelle e religione – commenta l’albergatore – Capita che ci si innamori, anche se si seguono religioni diverse, se si hanno culture differenti… L’importante è volersi bene e comportarsi correttamente. Capisco le paure di molti nei confronti dei migranti ma, come ho già detto più volte, credo sia una paura radicata e legata allo spauracchio «dell’uomo nero» che ci spaventava da bambini. Poi c’è ancora molta disinformazione e anche questo non fa altro che generare altre paure e altri problemi».

Una riflessione importante quella di Salvi che di certo potrà aiutare chi, solo da pochi giorni, si trova ad affrontare l’arrivo di profughi nel proprio territorio. Ne è un esempio il Comune di Colorina, dove alcune settimane fa sono arrivati i primi migranti, ora ospitati in un albergo, in località Valle. Il fatto ha suscitato qualche timore fra i residenti e ha lasciato l’amaro in bocca al sindaco Doriano Codega. «C’è un po’ di rammarico perché non siamo stati informati dell’arrivo di queste persone – commenta il primo cittadino – E’ vero che il Comune non è coinvolto direttamente, in quanto un privato ha messo a disposizione la propria struttura, ma credo che, vista anche la difficile situazione che si sta vivendo in questi giorni, la vicenda andrebbe gestita diversamente. Io al momento non conosco nemmeno il numero delle persone arrivate in paese». Proprio per questo Codega ha scritto al prefetto. «Ho espresso la mia perplessità, chiedendo che non vengano inviati altri ospiti. Al momento mi pare siano una decina, ma se consideriamo che a Valle i residenti sono circa 180, credo che siano sufficienti. Un numero maggiore potrebbe creare uno squilibrio e dare origine a un disagio fra i cittadini». Ciò che preme maggiormente a Codega è mantenere uno stato di civile convivenza fra i propri concittadini e gli ospiti. «Anche se la gestione dei migranti è delegata al privato che li ospita, vorrei capire cosa posso e devo fare come sindaco, se è necessario imporre delle regole per favorire la convivenza fra residenti e migranti, nell’interesse di tutti». Silvia Salvi invece, l’altra sera, ha fatto valere le sue ragioni a «Dalla vostra parte», programma di approfondimento del Tg4, condotto da Paolo Del Debbio.