Cremona, chiusura Terapia intensiva neonatale: la Regione non torna indietro

La decisione è stata confermata dall'assessore Gallera e dai dirigenti e funzionari regionali alla delegazione di sindaci del Cremonese guidata dal presidente della Provincia Mirko Signoroni

L'ospedale di Cremona

L'ospedale di Cremona

Cremona, 18 febbraio 2020 - Sulla chiusura del reparto di Terapia Intensiva Neonatale la Regione non torna indietro. Questo quanto confermato in mattinata dall'assessore regionale Giulio Gallera e dai dirigenti e funzionari regionali alla delegazione di sindaci del cremonese guidata dal presidente della Provincia Mirko Signoroni. “Il lavoro e il presidio da parte di tutti i sindaci del territorio in questi mesi ha portato a un documento unitario sul futuro del nostro ospedale e della sanità cremonese. Lo abbiamo presentato stamattina in Regione e lo abbiamo analizzato con l’Assessore Giulio Gallera, i dirigenti e i funzionari regionali. Sulla TIN di Cremona la Regione - ci ha comunicato l’Assessore - ha deciso e non cambia tale decisione, illustrandoci le motivazioni in base alle quali in casi analoghi al nostro la Regione ha fatto scelte di mantenimento” si legge in una nota diffusa nel pomeriggio dalla delegazione stessa.

“L’Assessore e i tecnici ci hanno anche illustrato i criteri decisi per la subintensiva neonatale. Ci hanno spiegato che tali criteri vengono incontro alle richieste che abbiamo fatto quando la delegazione della Regione era venuta a Cremona e che garantiranno una stabilità di servizio e di presenza del reparto. Attendiamo che i criteri siano ufficializzati per confrontarci con il territorio e per esprimere un giudizio e comunque garantiamo un’analisi e una vigilanza attente, anche disposti a fare ulteriore battaglia se questi non saranno soddisfacenti per il territorio”. Sul tavolo anche altre questione, come ad esempio la strategia sul futuro dell'Ospedale Maggiore e gli investimenti per il suo rilancio, il pronto soccorso, le liste di attesa, gli accordi tra aziende (Cremona, Crema e Mantova) necessari per un rafforzamento dell’offerta e del servizio, la possibilità di un DEA di secondo livello, gli interventi necessari sulla struttura. Dalla Regione è arrivata la disponibilità a lavorare insieme in modo costante, con il coinvolgimento dei vertici dell’ATS e della ASST.