Spino d'Adda, ladri ripuliscono la casa del parroco

Il parroco ammette: avevo lasciato la porta aperta

Don Alberto Fugazza, parroco di Spino d’Adda

Don Alberto Fugazza, parroco di Spino d’Adda

Spino d'Adda, 19 maggio 2018 -  «Sì, ho lasciato la porta aperta, quella sul retro. E da lì sono entrati». È un amareggiato don Alberto Fugazza, parroco di Spino d’Adda, a raccontare, con qualche imbarazzo, il furto subito nella casa parrocchiale, in pieno centro paese a Spino d’Adda. E così, un’altra parrocchia finisce nel novero delle case dei preti svaligiate. Secondo quanto ricostruito, i malviventi probabilmente erano a corrente della circostanza e della porta sul retro aperta. Oppure sono andati proprio sul retro, visto che la porta davanti dà sulla strada principale del paese e forse, in piena mattina, non era prudente farsi vedere ad armeggiare con la serratura.

Pare comunque che i banditi abbiano scavalcato qualche recinzione per arrivare indisturbati alla porta che poi hanno trovato aperta. E, una volta dentro, hanno cominciato a cercare quel che di prezioso poteva esserci nella casa parrocchiale. Non hanno fatto molta fatica questi fortunati malviventi perché, tirando un cassetto della scrivania del parroco, sono spuntati subito un po’ di soldi, circa 500 euro che erano pronti per essere portati in banca. E, visto che c’erano, dopo i soldi i ladri hanno cercato anche altro, ma senza buttare all’aria tutto quando, ma semplicemente tirando i cassetti e aprendo le antine dei mobili. Così, oltre al denaro, sono stati trovati alcuni gioielli, più che altro di valore affettivo.

Preso il bottino i malviventi hanno guadagnato la porta, sempre sul retro, e se ne sono andati indisturbati, senza che nessuno potesse vedere e dare l’allarme. Infatti, del furto il parroco si è accorto molte ore più tardi, quando ha fatto ritorno nella sua abitazione. Entrando ha visto i cassetti aperti e ha capito. Don Alberto ha chiamato i carabinieri di Pandino avvisandoli di quel che era successo e riservandosi di presentare denuncia successivamente, cosa che in effetti ha fatto. «Non abbiamo idea di chi possa essere stato – ha detto il sindaco Luigi Poli – e mi dispiace per quel che è avvenuto. In paese abbiamo messo i varchi e abbiamo anche un sistema di video sorveglianza. Ma i varchi li stiamo testando e non sono ancora attivi, mentre per quanto riguarda le nostre telecamere, i carabinieri stanno controllando le immagini registrate».