Un censimento per ricomporre la sinistra

Esiste nel nostro Paese una fascia di votanti sempre più instabile e che cambia spesso idea, non essendo più disposta a concedere deleghe in bianco

DOMANDA:

CARO DIRETTORE, purtroppo buona parte della sinistra, quella vera, ha subito una forma di disintegrazione. Sarebbe utile anche in questo caso un bel censimento per conoscere il destino delle sue migliaia di ex militanti. Quindi ritengo inutile e superfluo accanirsi contro questo governo. In mancanza di una alternativa inesistente gli elettori hanno fatto, giusta o sbagliata che sia, la loro scelta. Dopo tutto un governo andava fatto e penso che non sarà mai peggiore di tutti quelli che si sono succeduti. Fernanda Tancredi 

RISPOSTA:

HA RAGIONE SUL FATTO che, almeno numericamente, in questa legislatura non ci sia un’alternativa a Lega e Cinque Stelle. Ed è comprensibile la sua amarezza per una sinistra che ha dilapidato negli anni un enorme patrimonio di fiducia degli elettori, assumendo decisioni discutibili e portando avanti alcune politiche che di sinistra avevano molto poco. È sempre difficile, però, fare confronti tra governi e reputare un esecutivo peggiore o migliore di un altro. Non so dove siano finiti gli elettori delusi dai precedenti governi di centrosinistra e probabilmente neppure un censimento ci darebbe una risposta chiara. Certo è che esiste nel nostro Paese una fascia di votanti sempre più instabile e che cambia spesso idea, non essendo più disposta a concedere deleghe in bianco a chicchessia né ad attendere tempi infiniti per vedere realizzate le promesse fatte in campagna elettorale dalle varie forze politiche. sandro.neri@ilgiorno.net