A scuola di moda

Un miliardo di euro, vale a dire oltre lo 0,67% del Prodotto interno lordo della Grande Milano, che ammonta a 148 miliardi di euro

Milano, 5 novembre 2017 - Un miliardo di euro, vale a dire oltre lo 0,67% del Prodotto interno lordo della Grande Milano, che ammonta a 148 miliardi di euro. Sono questi gli incoraggianti numeri che fotografano l’impatto delle scuole di moda sull’economia e che concorrono a fare di Milano uno dei luoghi di eccellenza nella formazione in ambito fashion. Ciò sembra confermare, qualora ce ne fosse bisogno, che i saperi e le tecniche della moda, settore che rappresenta ben 62,5 miliardi di euro, oltre il 4% del Pil italiano, 600mila addetti su base nazionale, si imparano sui banchi di scuola e che, all’ombra della Madonnina, non si concentrano primati solo nel business delle griffe italiane più titolate nel mondo, ma anche per ciò che attiene alle iniziative formative.

Il mondo della formazione nella moda è variegato. Vi operano istituti con corsi dedicati esplicitamente al fashion, da quelli universitari al Politecnico a quelli delle scuole superiori del settore e ai corsi professionali. La durata a volte è limitata ad alcune decine di ore, poi esistono corsi biennali e triennali che offrono alte competenze, professionali o universitarie.  Il Centro Studi dell’Istituto Burgo ha pubblicato il primo rapporto sull’impatto delle scuole di moda sull’economia milanese, che esercitano una forza attrattiva non indifferente. Ogni anno Milano ospita circa 10mila studenti che frequentano i 15 principali istituti di moda. Metà degli studenti è straniera, in oltre il 50% dei casi da Paesi extraeuropei, fra cui spiccano Cina, Federazione Russa e Brasile. Si tratta di 50 milioni di euro di rette scolastiche.

La cifra spesa per il mantenimento da parte di famiglie straniere e fuori sede è di più di 75 milioni. L’internazionalizzazione del comparto è nettamente più evidente rispetto almondo della formazione universitaria, dove solo il 6,5% degli studenti viene dall’estero. «La grande visibilità internazionale di Expo, la sostanziale tenuta dell’economia durante la crisi, la capacità di darsi sempre nuovi obiettivi, come la candidatura a sede dell’Ema o la riqualificazione dei vasti scali ferroviari dismessi – dichiara Fernando Burgo, fondatore dell’Istituto Burgo che, con 500 studenti all’anno a Milano ha formato oltre 100.000 operatori del settore moda – fanno sì che il Milano sia diventata uno dei luoghi più “cool” e visitati al mondo». *Docente di Diritto dell’infor