Riscoprire il libro, amico silenzioso

Nella settimana in cui il mondo della cultura si è trovato a dire addio a Inge Feltrinelli, una riflessione sui libri è quasi inevitabile

DOMANDA:

ALLA MORTE di Inge Feltrinelli mi sono ritrovato a guardare con uno sguardo diverso la libreria di casa. Non che sia vasta, non sono certo un forte lettore. Ma mi sono sorpreso perché, pur se non tantissimi, gran parte dei testi sono edizioni Feltrinelli. Quasi i tre quarti direi. Mi sono ritrovato a sfogliarli e ho riscoperto di avere in casa autori che neppure ricordavo di aver letto. Di uno in particolare ho ripreso la lettura, ma soprattutto mi sono reso conto di quanto questa donna abbia portato nelle case degli italiani. Forse la sua più grande eredità. Giacomo, Milano

RISPOSTA:

NELLA SETTIMANA in cui il mondo della cultura si è trovato a dire addio a Inge Feltrinelli che “qualcosa” ha significato per l’editoria italiana, una riflessione sui libri è quasi inevitabile. Siamo un paese in cui si legge poco. L’Istat registra che poco più del 40% degli italiani legge un libro nel corso di un anno per motivi non strettamente scolastici o professionali. Pochino. Eppure le proposte non mancano, se è vero che sono più di settantamila i titoli che vengono pubblicati in Italia all’anno. Cioè tutti i giorni, domeniche comprese, vengono sfornate almeno 190 proposte. Sembrano quasi numeri da grande distribuzione. Un mistero perché non riescano a produrre frotte di lettori. Tutta colpa dei computer, di Internet? Mah, la spiegazione regge fino a un certo punto come dimostra la scarsa presa degli e-book. È un problema di stimoli e tempo, ma soprattutto di riscoprire l’importanza di un “amico” che, in silenzio, ci apre gli occhi sul mondo e sull’anima. ivano.costa@ilgiorno.net