La forza del papa: il richiamo alla coerenza

Con tono e stile ovviamente diversi da quelli di Giovanni Paolo II, anche papa Francesco in Sicilia ha voluto lasciare un messaggio molto chiaro

Milano, 17 settembre 2018 

LETTERA

Caro direttore, le parole che papa Francesco ha pronunciato a Palermo mi hanno commosso. Per la chiarezza del messaggio («non si può credere in Dio ed essere mafiosi»), per la lucidità con la quale ha affrontato il tema della criminalità, per quella sua predisposizione a guardare avanti, come se tutti gli uomini - anche i peggiori - avessero la possibilità di migliorarsi. Un inno all’ottimismo. Pietro C., Monza

RISPOSTA

Con tono e stile ovviamente diversi da quelli di Giovanni Paolo II, anche papa Francesco in Sicilia ha voluto lasciare un messaggio molto chiaro. E anche a me è subito tornata in mente la potenza della parole di Wojtyla, quelle pronunciate 25 anni fa davanti a migliaia di giovani: «Lo dico ai responsabili: pentitevi, perché una volta verrà il giudizio di Dio». Certo, sono uomini sorretti dalla fede. Ma, al di là della fede, credo che a tutti noi i due papi ricordino in qualche modo il valore della coerenza. Una virtù che, delinata nelle cose semplici, nelle occasioni di confronto che popolano la nostra vita, non ci chiede di non cambiare mai idea, ma più semplicemente di fare quello che diciamo, e di non dire cose in cui non crediamo. Riuscissimo in questa impresa, sarebbe per tutti un gran passo in avanti. sandro.neri@ilgiorno.net